Vite al limite, una ex paziente della clinica si lascia andare ad importanti dichiarazioni sui retroscena del programma: ecco cosa accade.
My 600-lb Life conosciuto come Vite al limite è uno dei programmi americani, oggi famosissimo anche in Italia, che ha ottenuto un successo a dir poco straordinario. La prima puntata che risale al 2012 viene mandata in onda nel 2013 anche in Europa. All’interno di ogni puntata vengono raccontate le storie di pazienti affetti da forte obesità, che copre un lasso di tempo di circa un anno.
Si parte da un peso iniziale che può essere anche di 350 kg; i pazienti partono alla volta della clinica di Houston cercando un aiuto da parte del dottore Younan Nowzaradan. L’obiettivo è quello di potersi sottoporre all’intervento di bypass gastrico al fine di perdere quanto più peso possibile. Non per tutti, però, è così semplice.
Come si stava accendendo precedentemente, Vite al limite, è uno dei programmi maggiormente seguiti anche qui in Italia. Vengono raccontate le storie di pazienti affetti da una forte obesità. Non è solo, però, l’obesità il vero problema.
Giungono a pesare 300 o 400 kg specialmente in seguito a difficoltà sociali o grossi problemi derivanti dal passato. Il cibo viene considerato un vero e proprio sfogo per molti di loro e sottoporsi alle dure regole del Dottor Nowzaradan non è semplice. Tanti di loro si ritrovano ad abbandonare il programma. Per non parlare poi di chi purtroppo non ce l’ha fatta. Ogni puntata segue il percorso di un paziente lungo un anno di vita: dall’ingresso in clinica, al racconto della loro storia, alle difficoltà, spesso ad importanti vittorie e altre volte ad amare sconfitte. Una delle pazienti, più amate ha raccontato importanti retroscena della trasmissione – portando alla luce ciò che i telespettatori non vedranno mai.
Per esempio, Amber ha definito sui suoi social network un’esperienza a dir poco scadente, nonostante sia riuscita ad effettuare un importante dimagrimento. La donna ha dichiarato che i medici e il personale hanno mancato spesso e volentieri di tatto e umanità, esercitando su di loro una forte pressione a livello psicologico. La paziente ha voluto sottolineare che non avrebbe mai più la forza di ripetere un percorso di questo genere. Al tempo stesso è intervenuto anche il dottore iraniano, il quale ha specificato che questo programma è difficile tanto per i pazienti, quanto per i medici che si ritrovano a dover combattere contro persone che non sono realmente interessate a impegnarsi per mettersi in forma.
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