Nel complicato ecosistema del reclutamento, un’esperta ci fornisce interessanti spunti su cosa non dire durante un colloquio di lavoro.
Sembra immorale e privo di ogni etica, ma nel momento in cui ci si trova davanti ad un recruiter, anche una parola sbagliata può compromettere il nostro futuro. Ad oggi, per essere assunti in un’azienda, piccola o grande che sia, non basta avere le competenze necessarie, ma anche saper convincere coloro che mettono sotto esame il candidato. Soprattutto nel caso in cui ci siano tanti pretendenti, l’attitudine di una persona gioca un ruolo essenziale nel percorso di assunzione. Ecco perché è necessario conoscere cosa si cela dietro le domande di coloro che si occupano della selezione.
Dicono che la sincerità vinca sempre su tutto, ma talvolta, una frase può essere interpretata in maniera sbagliata dalla persona che abbiamo di fronte e questa cosa la dobbiamo sempre tenere a mente: metterci nei panni dell’altro. A venirci in aiuto è stata Bonnie Dilber, esperta reclutatrice, che consiglia la menzogna in questi casi.
In cosa mentire durante un colloqui di lavoro
Il video di Bonnie ci suggerisce chiaramente “le tre cose su cui mentire durante un colloquio”. Con oltre un miliardo di visualizzazioni e molteplici commenti, il pubblico social si divide a metà: chi sostiene che mentire sia essenziale durante l’assunzione, e chi, dal canto suo, difende la sincerità a spada tratta, anche a costo di non essere assunto. Ad ogni modo, la recruiter ci fornisce comunque tre utili suggerimenti sullo svolgimento di un comune colloquio di lavoro.
Addentrandoci nel vivo, la prima bugia riguarda il motivo per cui è stato lasciato il posto di lavoro precedente: se hai dato le dimissioni volontarie da un impiego ormai diventato “tossico”, perché non andavi d’accordo con i colleghi o con il capo, allora ti conviene inventare una bugia. Evita di dire che non riuscivi a coordinarti con i colleghi o che il tuo capo nutriva antipatia nei tuoi confronti, perché, come spiega la stessa Bonnie, “l’unica cosa che penseranno di te in quel caso è che sei una persona con cui è difficile lavorare”.
La seconda bugia riguarda il motivo per cui vuoi quel lavoro: il fattore economico è alquanto ovvio, ma è altrettanto scontato che se dimostri di essere interessato solamente al denaro, nonché ai benefit e all’orario di lavoro agiato, il recruiter capirà che quell’impiego tu lo voglia solamente per quei determinati motivi. Nessuno assumerebbe qualcuno che non ha passione e dedizione per quello che fa.
Terzo, nonché ultimo consiglio, menti sui tuoi progetti futuri: non importa se si tratta di un impiego momentaneo, o solo un tapullo economico prima di trovare l’impiego della propria vita: “I tuoi piani saranno di rimanere nell’azienda, di fare tutto il possibile e di continuare a crescere in quell’ambiente e cogliere le nuove opportunità che si presenteranno”, consiglia Bonnie. Tutte le aziende, di qualsiasi settore, vogliono una persona pronta a condividere e fare suoi i valori dell’ambiente di lavoro; la stessa persona talentuosa e disposta a crescere con loro.
Insomma, più che di bugie si tratta di constatare la compatibilità tra candidato e azienda; ma una sola risposta sbagliata, può realmente cambiare le sorti di un impiego in cui si è realmente portati. Di fronte ai consigli di Bonnie, le stesse colleghe hanno confermato la veridicità di quanto dichiarato dalla recruiter.