La nuova legge dispone la fine dello smart working ma, per alcune categorie, sarà possibile chiedere ancora un prolungamento del beneficio.
Durante la pandemia lo smart working è diventata la modalità di lavoro perfetta per consentire di lavorare a distanza in tutte quelle professioni dove la presenza fisica non era necessaria. Una decisione strategica che ha consentito di mandare avanti il Paese, nonostante il lockdown e i problemi.
La possibilità è stata poi estesa, modificata, fino a quando non è stato deciso proprio in questi giorni, che ormai fosse tempo di tornare a lavorare, per tutti, a pieno ritmo direttamente nelle sedi relative. Per questo motivo è venuto a cadere ufficialmente.
Smart working, cambia tutto: per chi sarà disponibile
Tuttavia, non tutti sanno che lo smart working che tanto è diventato famoso durante e dopo il Covid, in realtà è un “beneficio” che esisteva già prima. Una modalità di lavoro da remoto riservato o per alcuni da contratto e quindi una possibilità offerta per andare a migliorare l’appetibilità della professione, o per altri invece che si trovano in specifiche condizioni.
Coloro che lo prevedono già nel contratto, chiaramente hanno la possibilità di utilizzare questo strumento fino a quando sarà disponibile, nelle modalità previste e secondo le possibilità che sono offerte dal datore di lavoro. Per chi invece si trova in una situazione differente, quindi in un lavoro dove questo non è previsto, allora è possibile fare riferimento alla legge e a quelle che sono le indicazioni specifiche.
Il lavoro agile è stato determinato a livello nazionale dalla legge del 2017, secondo cui, come stabilito dalla normativa dal punto di vista legale, possono farne richiesta delle categorie particolari di persone ovvero: dipendenti con figli disabili, dipendenti con figli minori di 14 anni e personale fragile che rientra quindi chi rientra in queste categorie potrà continuare a beneficiare della possibilità, sulla base di quanto vigeva in precedenza rispetto al Covid.
In realtà sono moltissimi coloro che vorrebbero lavorare da remoto, è chiaro che non è possibile per tutte le professioni. Chi lavora al pc o comunque non ha bisogno materialmente di essere fisicamente presente sul posto di lavoro può appellarsi alla legge, cosa diversa è per coloro che svolgono un tipo di professione che richiede la presenza diretta. Il lavoro agile ha interessato l’89% delle aziende e il 62% della pubblica amministrazione, quindi dati importanti, come ha dimostrato una ricerca messa a punto solo in Italia.