Sapevi che ci sono certe situazioni in cui puoi farti risarcire dal parrucchiere? Ecco quali sono e in quali invece non puoi intervenire.
Quando si va dal parrucchiere si tende ad avere sempre un po’ di ansia perché si spera che tutto possa andare al meglio, soprattutto nel caso in cui si stia andando in un nuovo salone, e in alcuni casi tale ansia può anche essere giustificata.
Infatti, a volte può capitare che il parrucchiere tenda a tagliare un po’ più di quello che è stato chiesto oppure che il colore non sia esattamente lo stesso che si desiderava avere. Purtroppo quando questo succede ovviamente non si rimane per niente soddisfatti del risultato e a volte potrebbe essere sorta spontanea la domanda se si possa ricevere un risarcimento quando il parrucchiere da un servizio che non è esattamente quello che era stato richiesto.
Esistono delle situazioni in cui si può richiedere il risarcimento al parrucchiere e in determinati casi il salone è proprio obbligato dalla legge a risarcire il cliente.
• Per un taglio sbagliato: si tratta della situazione che può accadere con più facilità e in questo caso il risarcimento può essere effettuato solamente se il cliente è in grado di dimostrare il danno. In poche parole se si tratta solamente di un errore non si può fare nulla a riguardo se non cambiare subito parrucchiere
• Per un colore sbagliato: in questo caso si tratta di un errore un pochino più grave rispetto al precedente, però anche in questo caso è abbastanza difficile riuscire a chiedere un risarcimento, visto che lo si può fare solamente se si dimostra il pregiudizio patito a causa dell’errore commesso dal parrucchiere, richiedendo quindi un risarcimento ai danni morali
• Per un problema di salute: nel caso in cui invece si verificano episodi nettamente più gravi legati al benessere e alla salute del cliente, come per esempio una lesione alla cute provocata con forbici e rasoio, o una scottatura causata dal calore del phon si potrebbe querelare il parrucchiere per danni personali entro un massimo di tre mesi.
Secondo la Corte di Cassazione delle ustioni di secondo e terzo grado provocati da un parrucchiere al cuoio capelluto possono essere un considerate infatti un reato, mentre eventuali reazioni allergiche non rientrano nelle cause per cui si possa richiedere un risarcimento, visto che il parrucchiere non poteva essere a conoscenza di eventuali allergie del cliente ai prodotti chimici utilizzati
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