Quando si parla di soldi difficilmente si accettano consigli altrui o ci si mette in discussione circa le proprie strategie operative. In linea di principio ci si considera “perfetti” sul tema, a prescindere da come si maneggia il denaro. Tuttavia, malgrado si tratti di un diritto ineccepibile migliorarne la gestione può rivelarsi strategico per soddisfare più bisogni a parità di risorse disponibili.
Vediamo allora 3 trucchi per gestire al meglio stipendio e pensione, rendite da capitale e incassi vari e non restare mai al verde nel 2024. Si riveleranno utili tanto per gestire le uscite, quanto per non avere un saldo-risparmi pari a zero.
Anzitutto bisogna avere chiaro in mente che anche le finanze familiari vanno gestite secondo alcuni principi di massima. Ad esempio la regola del 50-30-20 suggerisce di ripartire, e quindi di destinare, tutte le entrate del mese alle tre distinte macro categorie di uscite. Vale a dire le spese fisse (50%), quelle variabili (30%) e i risparmi (20%). All’occorrenza, o in base alle effettive necessità personali, questi pesi si possono rimodulare e personalizzare.
Ancora, ricordare che le spese fisse sono spesso, e per definizione, non eliminabili, ma limabili sì. Parimenti andrebbero tagliate le spese-doppioni, quelle inutili o il cui importo è slegato all’effettiva utilità che quegli acquisti sono in grado di apportare.
Un’altra strategia vincente poggia sul ricorso a tre rapporti bancari differenti per gestire le finanze familiari complessive, in entrata e in uscita. Spieghiamoci meglio.
L’ideale sarebbe quello di avere un unico c/c principale sul quale far confluire tutti gli incassi e in tal modo accentrarli su un unico strumento. Sullo stesso, poi, andrebbero ricondotti tutti gli addebiti fissi del mese, cioè le spese che a inizio mese siamo già sicuri di dover pagare. Alcuni esempi: mutuo o affitto, condominio, RC auto, abbonamenti, rette scolastiche, spese di trasporto, etc.
Poi si potrebbe avere un secondo c/c, distinto dal primo, da utilizzare come strumento di pagamento delle sole spese variabili. L’ideale sarebbe che esso fosse a canone zero o quasi e munito, magari, di solo Bancomat e non di carta di credito. In tal modo le uscite di denaro sarebbero contabilizzate subito, avendo cosi sempre contezza delle risorse effettivamente disponibili. Il suo saldo verrebbe rimpinguato di una X cifra ad ogni incasso importante del mese e per la sola quota di entrate che abbiamo deciso di destinare alle spese variabili.
Infine un terzo conto potrebbe essere quello di deposito, dove far affluire i risparmi del mese e metterli a fruttare. Grazie al periodo “d’oro” dei rendimenti sul reddito fisso, non è difficile riuscire a spuntare (ancora per adesso) il 4-5% lordo annuo.
Infine occorre ricordare che esiste un giorno-top del mese da dedicare ai risparmi, che non è mai a metà o fine mese, ma agli inizi. Precisamente, esso coincide con il giorno, o i giorni per i più fortunati, in cui si hanno gli incassi. In pratica la voce “risparmi” va alimentata nello stesso giorno in cui si riceve lo stipendio o la pensione, o la pigione da un immobile dato in affitto, una vincita, etc. Per gli esperti, infatti, si spende quel che rimane dopo aver risparmiato, e non bisognerebbe mai operare al contrario.
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