Oggi i rendimenti sui bond di Stato si sono sgonfiati rispetto ai picchi dei mesi scorsi. A ottobre 2023, per esempio, il decennale ha sfiorato il 5% lordo, mentre al momento lo stesso titolo, sulla stessa scadenza, paga il 3,80% circa. Si tratta di un piccolo ma evidente esempio di cosa voglia dire “scegliere il timing giusto” per investire sul reddito fisso.
Malgrado ciò i rendimenti restano ancora oggi interessanti e consentono al risparmiatore di implementare possibili strategie operative. Vediamo al riguardo 3 titoli di Stato con cedola al 4% per generare una rendita periodica anche fino ai prossimi 13 anni.
Il primo bond che esaminiamo è il BTP con ISIN IT0005542359, emesso il 13 aprile 2023 e scadenza al 30 ottobre del 2031 (durata residua: 7,77 anni circa). In sostanza il titolo pagherà altre 15 cedole semestrali piene al 2%, più quella in corso da dividere tra acquirente e venditore in base al rateo.
Tuttavia, il recente rialzo dei corsi ha portato il suo prezzo di mercato MOT a 103,60 centesimi (credito d’imposta: 0,44%), comprimendone il rendimento. Quello netto effettivo a scadenza oggi si attesta sul 3%.
Allungando la data di rimborso finale del bond approdiamo al BTP con codice ISIN IT0005508590. Il titolo scadrà il 30 aprile del 2035, cioè tra 11,28 anni, per cui in questo caso il flusso cedolare complessivo sarà più corposo del titolo precedente. In cambio bisognerà tenere bloccato il capitale per un tempo maggiore, quasi 4 anni in più del BTP 4% ottobre 2031.
Anche questa obbligazione ha una cedola lorda annua del 4% (2% lordo semestrale), ma il rendimento è maggiore. Grazie all’attuale quotazione sui 101,45 centesimi, il guadagno netto annuo a scadenza si attesta sul 3,35% circa.
Il rendimento netto annuo finale sale, infine, dello 0,10% in più rispetto al titolo precedente nel caso del BTP ISIN IT0003934657. Il Tesoro lo rimborserà il 1° febbraio del 2037, tra quasi 13 anni, per cui da oggi ad allora il bond erogherà altre 26 cedole robuste. Il titolo scambia infatti poco sopra la pari, a 100,54 centesimi al tempo dell’articolo. Riuscendo a comprarlo a 100 o ancora meno si ottimizzerebbe di tanto il ritorno finale.
Di quanto? Tutto dipende da caso a caso. A metà ottobre, per esempio, il bond ha prezzato poco sotto i 90 centesimi, per cui ha offerto un rendimento alquanto interessante. I prezzi ritorneranno su quei livelli? Difficile dirlo. Nel breve forse no, considerato che al momento il mercato obbligazionario è in una fase bullish.
Resta tuttavia valida la conclusione di fondo, già anticipata in apertura di articolo. E cioè che ottimizzare il prezzo di carico di uno strumento finanziario resta da sempre una valida strategia per fare l’affare sul reddito fisso.
Le informazioni, i calcoli di probabilità e le previsioni presenti negli articoli hanno carattere esclusivamente informativo e non rappresentanùo in alcuno modo un’indicazione operativa.
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