Recentemente l’INPS ha pubblicato la classica circolare di inizio anno in cui specifica tutti gli importi delle varie prestazioni erogate ai contribuenti da parte dell’Istituto previdenziale. Una circolare necessaria dal momento che ogni anno le prestazioni erogate dall’INPS, dalle pensioni alle misure assistenziali, si adeguano al tasso d’inflazione.
Agli occhi è balzato subito l’incremento delle pensioni minime che come vedremo può arrivare anche a 735 al mese. Non sarà ciò che ha promesso Forza Italia in campagna elettorale, cioè le minime a 1.000 al mese, ma è pur sempre una cosa. Ma come si fa a percepire una pensione di questo livello? Effettivamente non tutti i pensionati hanno diritto a percepire dei trattamenti che arrivano a questo importo. Molto dipende dall’età del pensionato è molto dipende dal reddito dello stesso.
Il trattamento minimo delle pensioni non è altro che una maggiorazione sociale che porta, per determinati pensionati, con determinati redditi e con una altrettanto determinata età, a percepire l’importo soglia previsto dall’INPS annualmente. Partiamo dal limite anagrafico. Perché per godere del trattamento minimo di questo importo i pensionati devono avere un’età pari ad almeno 70 anni. C’è però una particolare misura di salvaguardia che evita di dover arrivare per forza di cose a 70 anni per godere di questa maggiorazione. Infatti per ogni cinque anni di contributi versati l’età a partire dalla quale si può percepire il trattamento minimo scende di un anno. Lo sconto massimo che si può avere con questa misura di salvaguardia è pari a 5 anni. Quindi chi ha 25 o più anni di contributi versati può godere dell’integrazione al trattamento minimo già a partire dai 65 anni di età.
la maggiorazione di cui parliamo non è altro che il vecchio incremento al milione introdotto da uno dei Governi Berlusconi. Come dicevamo, molto centra anche il reddito del pensionato ed eventualmente quello cumulato con il coniuge. Il reddito personale del diretto interessato non può eccedere i 9.555,65 euro. Invece in cumulo con il proprio coniuge, non può eccedere i 16.502,98 euro. Si rammenta che nel computo dei redditi da considerare per queste soglie 2024, devono essere considerati tutti i redditi assoggettabili ad IRPEF e pure quelli esenti. Le uniche eccezioni e quindi i redditi da non considerare sono quelli derivanti dalla casa dove il pensionato ha stabilito l’abitazione del proprio nucleo familiare, le eventuali pensioni di guerra, i trattamenti di famiglia ed eventualmente le indennità assistenziali quali l’accompagnamento o le pensioni di guerra. Nello specifico quindi, il trattamento minimo INPS 2024 è pari, come si legge nella circolare n° 1 del 2 gennaio scorso dell’INPS, a 598,61 euro al mese. Per i pensionati che rispettano le condizioni anagrafiche, contributive e reddituali prima esposte, si aggiungono 136,44 euro. In sostanza, pensioni minime a 735 euro al mese.
Nel 2024, il trattamento di pensione minima in Italia è fissato a 598,61 euro. Tuttavia,…
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