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Assegno di inclusione, inutile aspettare il 26 gennaio, ecco l’errore già commesso da molti

Dal primo gennaio 2024 via all’era dell’ADI, cioè dell’Assegno di Inclusione. La misura è attiva ed ha preso il posto del Reddito di cittadinanza. E pare che seguirà le stesse regole e date di ricarica del sussidio. Si dice infatti che già dal 26 gennaio inizieranno i primi pagamenti.

Ma solo per chi ha completato una particolare procedura. Infatti non basta aver presentato la domanda di Assegno di Inclusione. E sicuramente saranno in tanti che hanno presentato la domanda e saranno lì in attesa di un pagamento che senza un altro adempimento, non arriverà il 26 gennaio e nemmeno dopo. 

Assegno di inclusione, inutile aspettare il 26 gennaio, ecco l’errore già commesso da molti

Avere tutti i requisiti per prendere l’Assegno di Inclusione, a partire dai 9.360 euro di ISEE massimo e dai 6.000 euro di reddito familiare da adeguare al numero dei componenti la famiglia, con le scale di equivalenza. Aver completato la presentazione della domanda di ADI, da soli con SPID, CIE o CNS o tramite Patronato. Molti cittadini oggi si trovano in queste condizioni. Che come vedremo, non bastano a soddisfare la procedura di richiesta del nuovo sussidio. In altri termini, anche se il richiedente l’ADI ha prodotto domanda ed ha i requisiti per l’Assegno di inclusione, inutile aspettare il 26 gennaio, perché la prima ricarica potrebbe non arrivare. I richiedenti devono sapere che è necessario iscriversi alla piattaforma SIISL e sottoscrivere il PAD, cioè il Patto di Attivazione Digitale. Altrimenti la procedura di fatto è congelata. 

Come controllare se il PAD è stato sottoscritto

Per la prima volta un sussidio si concede dopo la sottoscrizione di un patto con lo Stato e non prima. Il Reddito di Cittadinanza prevedeva prima la domanda, poi la concessione delle prime ricariche e solo dopo la firma del patto di lavoro presso i Centri per l’Impiego. Con l’ADI è esattamente il contrario. Prima bisogna dichiararsi disponibili, sottoscrivendo il PAD, a cercare ed accettare nuovo lavoro, partecipare ai percorsi di reintegro sociale o lavorativo e così via dicendo.

E solo dopo si entra nel perimetro dei beneficiari del sussidio. Pertanto, chi ha presentato solo la domanda di ADI, senza passare alla sottoscrizione del PAD, dovrà provvedere quanto prima a completare il tutto. Una situazione che probabilmente ha del paradossale, visto che riguarda molti che hanno usato i Patronati per le domande. Infatti costoro dovrebbe, tramite il loro SPID, la loro CIE o la loro CNS, entrare tramite il sito dell’INPS nella piattaforma SIISL, e sottoscrivere il PAD. Ma chi ha usato il Patronato forse lo ha fatto perché non ha le credenziali prima citate o non sa utilizzarle. Ecco perché il consiglio che diamo è di andare a verificare, se il Patronato che ha prodotto la domanda all’INPS, ha prodotto (ma secondo noi è difficile), anche la relativa sottoscrizione del PAD. Perché altrimenti è come se la domanda di ADI non è stata completata ed il pagamento non arriverà mai. Lo stesso vale per chi ha fatto tutto da solo, ma ha solo inviato il modulo di domanda senza passare alla piattaforma SIISL e alla firma del PAD.

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