Le vie del guadagno forse non sono infinite, ma neanche a senso unico o del tipo dicotomico. Per non parlare poi delle volte in cui si intraprende una data operazione finanziaria e in corso d’opera si decide di cambiare strategia.
Le ragioni possono essere le più diverse. Nei casi più semplici si tratta di un cambio di operatività fondato su valide considerazioni. Nei casi peggiori, e più frequenti, si è di fronte a delle operazioni in perdita per le quali mal si digerisce l’idea di liquidarle.
Prendiamo il caso di chi si è posto un target di ritorno finale. Ad esempio, in quanti modi è possibile guadagnare il 20% netto investendo i soldi in BTP e titoli di Stato?
Se il grado di rischio è sostenuto, ma non per forza elevatissimo, si può puntare su un bond con cedola lorda annua robusta ed elevata vita residua. Consideriamo il BTP con ISIN IT0005534141 e cedola lorda annua al 4,50%, il 3,9375% netto. Il Tesoro lo rimborserà nel lontano 1° ottobre 2053, cioè tra quasi 30 anni.
Ipotizziamo di acquistarlo al prezzo attuale di 102,18 centesimi e di rivenderlo tra tot anni sempre allo stesso prezzo. Quante cedole serviranno per realizzare l’obiettivo? All’incirca 10, che tradotto vuol dire 5 anni di durata dell’investimento.
Certo, il discorso regge solo se a febbraio 2029 rivenderemo il titolo a 102,18 o giù di lì. Laddove dovessimo rivenderlo a un prezzo maggiore o minore di questo, il discorso cambierebbe. Al netto dei singoli casi specifici, il 20% netto arriverebbe prima nel tempo in caso di rialzo dei corsi, dopo nel caso opposto.
Un’alternativa apprezzata da chi ha una bassa propensione al rischio è quella di puntare a un dato rendimento complessivo X% tra cedola e apprezzamento dei corsi.
Consideriamo l’obbligazione del Tesoro con ISIN IT00054023396. La scadenza è all’1 agosto 2030 (anni residua: 6,51) e il titolo paga una cedola lorda annua dello 0,95%. Acquistando ai corsi attuali di 85,70 centesimi e portandolo a scadenza, ci si assicura un quasi 21% di guadagno netto (di sola ritenuta fiscale).
L’operatività opposta alla precedente è quella di speculare in bond. È un approccio alle obbligazioni molto simile a quelle delle azioni di Borsa e dei prodotti similari.
In questi casi si studia il trend di un titolo e si individuano i suoi prezzi di ingresso e di uscita. Se la strategie è valida e fondata, a scadenza si porta a casa l’agognato ritorno. Ovviamente quanto maggiore sarà quest’ultimo tanto più tempo (in linea di massima) servirà per centrare il target.
Facciamo un esempio concreto prendendolo dal recente passato. L’OAT 0,50% maggio 2072, con ISIN FR0014001NN8, è salito del 46% in quasi 2 mesi. In casi simili, quindi, potrebbe bastare anche un mese di tempo per portare a casa un ricco ritorno.
Tuttavia, è bene ribadire che si tratta di un’operatività alquanto complessa e rischiosa, adatta solo a chi ha elevata propensione al rischio.
Infine un’altra strategia potrebbe essere quella di mixare al meglio le precedenti, o almeno quelle che sulla carta sembrano essere ‘vincenti’. Un esempio per tutti? Quello di caricare un bond con cedola corposa, e adeguata vita residua, in una fase in cui rendimenti sono ai loro massimi di periodo. Combinando al meglio questi elementi possono essere bastare anche 8-10 mesi per incassare un 20% tondo tondo!
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