La premier Giorgia Meloni ha ribadito l’intenzione di procedere con un processo di privatizzazioni, dichiarando che l’obiettivo di cedere 20 miliardi di asset entro tre anni “si può fare”. Tuttavia, al momento non sono state prese misure ufficiali. Quali sono le società che potrebbero essere privatizzate e quali, invece, sono intoccabili?
Le operazioni più veloci potrebbero coinvolgere società quotate, in particolare Poste Italiane e ENI. Entrambe erano oggetto di considerazioni sulla privatizzazione già durante il Governo Gentiloni.
Poste Italiane e ENI, sebbene siano aziende quotate, non stanno attualmente vivendo i loro massimi storici in borsa. Il titolo Poste Italiane si aggira intorno ai 10 euro, sotto gli oltre 11 € raggiunti all’inizio del 2019. ENI è tornata ai livelli pre-pandemia, quota 15 €, dopo un periodo di buyback e profitti eccezionali quando i prezzi del gas erano elevati.
Il documento del ministero delle Imprese e del Made in Italy indica che per Poste Italiane, l’obiettivo è ridurre la quota intorno al 64%, mantenendo comunque la maggioranza assoluta al 51%.
Da ricordare che sull’opportunità nel lungo termine di privatizzare Poste Italiane ne abbiamo già discusso in un precedente articolo, gli stessi argomenti valgono anche per ENI.
Le difficoltà sorgono quando si considera la privatizzazione di società come ENEL, Enav e Leonardo. ENEL ha una quota statale inferiore al 25%, il che renderebbe necessaria un’offerta pubblica di acquisto per il 100%, una mossa complessa e potenzialmente rischiosa. Enav ha raggiunto minimi storici, mentre Leonardo, attiva nel settore della difesa, ha visto una recente crescita in borsa.
Altre società, come SNAM e Terna, controllate da Cdp Reti, sono considerate infrastrutture strategiche e la cessione di ulteriori quote potrebbe essere difficile. Le Ferrovie dello Stato rappresentano un dossier complesso, e se il governo decidesse di privatizzare una quota della capogruppo, il processo potrebbe richiedere tempo e non essere completato entro il 2026.
L’Antitrust dell’Unione Europea ha avviato un’indagine dettagliata sull’offerta di Lufthansa per una quota di minoranza di Ita Airways, esprimendo preoccupazioni riguardo alla potenziale riduzione della concorrenza nei voli da e per l’Italia su diverse rotte a breve e lungo raggio. Il termine ultimo per la decisione sull’operazione è fissato al 6 giugno.
Contemporaneamente, sul fronte di Telecom Italia (Tim), il principale azionista Vivendi ha richiesto alla Commissione Europea di esaminare il ruolo svolto dal Tesoro italiano nel progetto di vendita della rete fissa a KKR. Vivendi si è opposto all’operazione di cessione di Netco al fondo americano, ma Tim ha dichiarato di voler procedere nonostante l’opposizione.
In sintesi, mentre il governo Meloni si muove per privatizzazioni per ridurre il debito pubblico, le sfide principali sorgono quando si cerca di andare oltre le società già quotate, con molte delle partecipate pubbliche che presentano sfide uniche e complessità nei processi di privatizzazione.
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