Uno dei parametri più utilizzati dagli investitori per identificare le azioni più sottovalutate è il rapporto prezzo su utili. Andiamo, quindi, a vedere quali sono le azioni italiane più sottovalutate secondo questo parametro?
Il rapporto Price/Earnings (P/E), noto anche come Prezzo/Utile per Azione, rappresenta la relazione tra la quotazione di un’azione sul mercato e gli utili per azione di una società. Esso può essere calcolato sia come rapporto tra il prezzo di mercato e gli utili per azione, sia come rapporto tra la capitalizzazione di borsa e gli utili conseguiti. Questo indicatore è ampiamente utilizzato perché fornisce un’indicazione di quante volte il prezzo dell’azione incorpora gli utili attesi, riflettendo le aspettative degli investitori sulla crescita della società.
Un P/E più elevato suggerisce che il mercato è disposto a pagare di più per gli utili, indicando la fiducia nella capacità della società di incrementarli ulteriormente. Tuttavia, il P/E ha alcune limitazioni, come lo sfasamento temporale tra utile e prezzo e l’influenza delle politiche gestionali e contabili sul calcolo degli utili.
Esistono due tipi principali di P/E: il “trailing P/E,” basato sugli utili effettivi riportati nell’ultimo bilancio, e il “forward P/E” o P/E anticipato, che considera gli utili attesi stimati dagli analisti per il prossimo anno.
Tipicamente si considera il valore 10x di P/E come lo spartiacque tra sopravvalutazione e sottovalutazione.
Per questo calcolo abbiamo considerato solo le azioni con capitalizzazione superiore al miliardo di euro e il trailing P/E.
Sotto queste ipotesi le azioni più sottovalutate sono quelle Stellantis con un P/E pari a 3,11x alla chiusura del 30 gennaio. A seguire, poi, ci sono BPER Banca, Tenaris, Intesa Sanpaolo e Unipol, tutte con P/E inferiore a 8x.
Per Stellanti il prezzo obiettivo medio a un anno degli analisti esprime una sottovalutazione di circa il 20%, mentre la raccomandazione media è Compra. Le cose vanno un po’ meglio per BPER Banca e Tenaris (vedi grafico per l’informativa completa) per le quali il prezzo obiettivo medio a un anno degli analisti esprime una sottovalutazione di circa il 35% e 28%, rispettivamente. Anche per Intesa Sanpaolo la sottovalutazione è di circa il 20%, mentre per Unipol è pari a circa il 13%.
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