Con l’inflazione che da anni morde pesante il capitale liquido, per gli investitori c’è poco da stare sereni. Se fino a ieri la preoccupazione era quella di intercettare qualche buon rendimento, all’improvviso l’imperativo primo è divenuto la tutela del potere d’acquisto. Una sfida ardua, dati gli alti tassi d’inflazione degli ultimi semestri. Ora, sul reddito fisso una possibile soluzione passa per il titolo di Stato che protegge il capitale dal carovita. Al riguardo, quando emetterà il Tesoro il prossimo BTP Italia e quanto renderanno le cedole e il premio fedeltà?
Per sciogliere il dubbio vediamo cosa dicono le “Linee guida della gestione del debito pubblico 2024”, pubblicate a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. Una sorta di mappa di riferimento su come evolveranno le emissioni obbligazionarie sovrane italiane nel corso di questi 12 mesi, anzi, ormai 11.
Da anni il Tesoro sta lavorando nell’intento di allargare la base dei possessori dei titoli del debito pubblico, specie riguardo i piccoli investitori al dettaglio. I risultati sono ancora marginali, ma dal 2022 qualcosa si sta muovendo. Ciò è dipeso in primis dal rialzo dei rendimenti di questi strumenti e, a cascata, dal successo di alcune famiglie di bond molto apprezzati dai risparmiatori. Stiamo parlando del BTP Valore e del BTP Italia, mentre è stato poco palpabile l’interesse verso il BTP Futura.
Nello specifico del BTP Italia, si tratta delle prime obbligazioni di Stato indicizzate all’andamento dell’inflazione italiana calcolata dall’ISTAT. Per il bond l’emittente ha previsto una durata media variabile tra i 4, 5 6 e 8 anni e decisa di volta in volta alla vigilia di ogni nuova emissione.
Il bond stacca la cedola ogni 6 mesi, mentre è il recente BTP Valore che prevede una cedola trimestrale. A scadenza, infine, il titolo stacca il premio fedeltà per chi lo avrà tenuto in portafoglio fino al termine (ed acquistato in sede di emissione).
Ora, con riferimento all’anno appena concluso il BTP Italia ha consentito al MEF di raccogliere quasi 10 miliardi di € in un’unica emissione. Il saldo delle emissioni nette 2023 è stato negativo considerati i rimborsi di 3 titoli giunti in scadenza per quasi 25 miliardi di €, oltre alle operazioni di concambio.
Cosa succederà, invece, quest’anno? Da qui a dicembre 2024 giungeranno a scadenza 2 BTP Italia per un totale di 12 miliardi di € da rimborsare. Ora, dato lo stock di debito da rimborsare, l’appeal dei risparmiatori verso lo strumento, la recente inflazione e il debito che cresce sempre più, è probabile vi sarà almeno un nuovo lancio.
Per l’esattezza, a pag. 22 del documento MEF si legge: “il Tesoro valuterà l’opportunità di effettuare una o più emissioni di BTP Italia nel corso dell’anno”. Potrebbero arrivare due neo BTP Italia (magari uno prima e uno dopo l’estate) nel corso dei prossimi 11 mesi? Forse sì forse no, al momento non è dato saperlo con certezza. Tuttavia, considerato lo scarso appeal verso il BTP Futura è probabile che vi sarà almeno un lancio di questo titolo da affiancare al BTP Valore.
Invece per saperne di più in merito a durata, entità del premio fedeltà, eventuale tasso minimo garantito dovremo attendere il Comunicato MEF. Esso arriverà con congruo anticipo e illustrerà le prime indicazioni, mentre i dettagli finali arriveranno a ridosso del lancio. Quanto alle cedole, infine, il loro importo dipenderà dall’andamento dell’inflazione nei semestri di detenzione del titolo.
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