La vita è fatta di alternative, ed è una massima che vale in ogni ambito dell’agire umano, investimenti inclusi. Più in generale, a volte la decisione è del tutto rimessa nelle nostre mani, altre volte no.
Prendiamo il caso dei buoni fruttiferi postali (BFP) di durata complessiva a 6 anni. A metà febbraio l’emittente Cassa Depositi e Prestiti ne propone due in sottoscrizione ma vi sono dei particolari da considerare. Ad esempio, tra i buoni fruttiferi postali a 6 anni rende di più il buono 3×2 o il Buono Rinnova? E sono entrambi liberamente sottoscrivibili o vanno rispettati alcuni requisiti?
Il buono fruttifero postale 3×2
Questo prodotto di investimento di medio termine è strutturato in due step triennali per una durata complessiva, appunto, di 6 anni. Ad ogni step corrisponde un dato tasso di interesse annuo nominale (i dettagli sono alle Tabelle “B” e “C” dei Fogli Informativi). In particolare, dal 28 dicembre 2023 esso è pari all’1,25% annuo lordo (1,10% netto) per il periodo dal 1° al 3° anno, e del 3,26% (1,98% netto) dal 4° al 6°. Invece quello finale, cioè quello annuo lordo a scadenza dal 1° al 6° anno di possesso, è del 2,25%, l’1,98% netto.
La Tabella A, infine, riporta i coefficienti lordo e netto (di sola ritenuta fiscale sugli interessi, del 12,59%) per la determinazione dei rispettivi montanti finali. Essi sono pari a, nell’ordine, l’1,14282544 e l’1,12497226.
Per questo titolo l’emittente non prevede nessuna condizione particolare, tranne quelle ordinarie tipiche di tutti i buoni. Ossia un importo minimo di 50 € e relativi multipli e l’essere titolari di un c/c o un libretto postale con medesima intestazione dei buoni.
Tra i buoni fruttiferi postali a 6 anni rende di più il buono 3×2 o il Buono Rinnova?
Le condizioni economiche del Buono Rinnova sono di una spanna più interessanti del titolo precedente, a parità di tutta una serie di condizioni di fondo. Vale a dire stesso emittente, stessa durata complessiva (6 anni, divisi in 2 step triennali), stesso grado di rischio, regime fiscale e condizioni generiche come quelle su viste.
Qui il tasso nominale annuo dal 1° al 3° anno di possesso del titolo è dell’1,75%, l’1,53% netto. Esso sale al 3,26% e 2,20% lordo e netto nel periodo che va dal 4° al 6° anno. Pertanto, il tasso effettivo annuo a scadenza, dal 1° al 6° anno di detenzione del buono, è del 2,50% lordo, il 2,20% netto.
A cascata ne derivano due diversi coefficienti per la determinazione del montante lordo e netto (di sola ritenuta) e pari, nell’ordine, a 1,15969342 e 1,13973174.
Tuttavia, la vera differenza rispetto al buono 3×2 sta nei “Requisiti soggettivi e oggettivi” di cui ai Fogli Informativi del Buono Rinnova. In pratica il titolo è dedicato, e quindi acquistabile, solo a chi rimborsa uno o più BFP scaduti, purché rimborsati a partire dal 1° agosto 2023 ed entro il periodo di disponibilità del titolo.
Quindi mentre per il 3×2 basta il rispetto delle condizioni generiche per poterlo sottoscrivere, nel Rinnova il perimetro di disponibilità si restringe. Per sottoscriverlo occorre ritrovarsi in sintonia con le condizioni previste al punto: “Requisiti soggettivi e oggettivi”.