Dopo gli anni del BTP Futura, che a dire il vero non ha lasciato bei ricordi in chi lo ha sottoscritto, gli attuali sembrano essere quelli del BTP Valore. L’anno scorso il Tesoro ha collocato due titoli della nuova famiglia di questi bond retail, riservati agli investitori individuali.
Un primo titolo fu emesso a giugno 2023, con scadenza nello stesso mese del 2027 (4 anni). A ottobre poi ci fu la replica (scadenza 2028 e durata a 5 anni), e venne a coincidere con il tempo in cui i rendimenti di mercato erano ai loro massimi di periodo. Ora, tra 10 giorni arriva l’attesissimo BTP Valore 2030 con tassi fissi e crescenti: cosa riserverà l’emittente? Già, perché oggi il BTP potrebbe pure risultare “attesissimo”, ma alla fine sarà “la sostanza” a dire se sarà conveniente o meno.
I punti chiave del BTP Valore 2030
Per la nuova obbligazione retail il MEF ha già comunicato che la durata complessiva è di 6 anni, suddivisi in due step triennali. Ognuno di essi avrà un tasso nominale fisso annuo, con il secondo maggiore del primo, per cui tutte le cedole andranno sommate e divise per 6 avere per avere il rendimento medio ponderato. La struttura cedolare effettiva, che andrà comunque confermata a fine emissione, verrà resa nota venerdì 23.
Il premio fedeltà sarà dello 0,70% lordo sul valore nominale sottoscritto. Come per le emissioni similari, esso spetterà ai soli sottoscrittori della prima ora e stop.
Poi restano invariate quasi tutte le altre condizioni tipiche dei titoli di Stato. Le eccezioni rimandano alla cedola trimestrale e alla commissione di sottoscrizione dal 26 al 1° marzo, assolta dal MEF.
I possibili punti di forza del nuovo titolo di Stato a 6 anni
Ora, in attesa di conoscere gli ultimi dati salienti dell’obbligazione (ISIN e tassi), ci chiediamo: quali potrebbero essere i punti di forza e debolezza del nuovo titolo? Iniziamo dai primi.
Uno riguarda appunto la periodicità della cedola, trimestrale. Il titolare del bond è sicuro che ogni 90 giorni circa ha un accredito in conto, utile per affrontare una data spesa periodica, per esempio.
Sempre in tema di interessi, un altro pro riconduce al fatto che l’attuale è ancora una fase favorevole ai “buoni rendimenti”. La stagione del taglio dei tassi non è iniziata, ma quando arriverà si assisterà a una generalizzata riduzione dei tassi sulle nuove emissioni a parità di rating e durata.
Un altro pro è rinviato al termine dell’investimento, quando ai primi di marzo 2030 arriverà l’ultima cedola fissa più “un’extra cedola” finale premiale. Il riferimento è al premio fedeltà, pari allo 0,6125% netto del capitale iniziale versato.
Più in generale, un pro del bond è che arricchisce la gamma delle possibili opzioni e strategie di investimento sul reddito fisso, in particolare sui titoli di Stato italiani.
Tra 10 giorni arriva l’attesissimo BTP Valore 2030 con tassi fissi e crescenti
Quali sarebbero, invece, i possibili punti a sfavore del BTP Valore 2030?
Uno sta proprio nella struttura step-up, dove il tasso nominale annuo più altro arriverà 3 anni di attesa. Di norma il mercato apprezza i titoli con cedola attuale già robusta, senza per forza dover attendere “i comodi” dell’emittente. Tuttavia, per invogliare l’acquisto del BTP Valore 2030 al Tesoro non converrà offrire rendimenti minori a un equivalente BTP a tasso fisso. Come si comporterà? Staremo a vedere.
Collegato al punto precedente poi c’è da dire che bisogna vedere come si comporterà il titolo sul mercato secondario. Le quotazioni soffriranno di eventuali, futuri rialzi dei rendimenti (in autunno, per esempio, “stagione calda” su più fronti per i sovereign bond)?
E gli scambi saranno robusti oppure il sostenuto premio fedeltà indurrà i titolari del bond a non cederlo fino a scadenza?Anche su questo duplice fronte non ci resta che attendere. Il mercato non tarderà a sciogliere tutti questi dubbi, nel bene e nel male di qualunque strumento finanziario esistente, BTP Valore 2030 incluso.