Sicuramente è l’argomento del momento, perché sono tantissime le famiglie che hanno chiesto l’Assegno di Inclusione. Al netto di chi lo ha già preso il 26 gennaio scorso, o il 15 febbraio appena trascorso, molti altri richiedenti non hanno ancora avuto notizie, e nemmeno messaggi dall’INPS.
Ecco, quindi, che lo stesso Istituto tramite messaggio ufficiale ha prodotto una sorta di vademecum utile a controllare lo stato delle domande, approfondendo il campo ai vari stadi in cui una domanda si può trovare nel momento in cui un richiedente controlla.
Chi ha presentato domanda entro il 7 gennaio 2024 (ed intendiamo chi ha fatto domanda ed ha completato la sottoscrizione del PAD), sicuramente ha già preso il sussidio il 26 gennaio. Oppure ha visto respinta la sua istanza per mancanza dei requisiti. O ancora, ha la pratica in evidenza oppure sospesa.
In altri termini, l’iter della domanda è andato avanti arrivando ai vari esiti previsti. Lo stesso è accaduto per chi invece ha presentato domanda entro il 31 gennaio ed ha ricevuto il primo pagamento il 15 febbraio a domanda accolta, oppure si ritrova negli altri stadi della domanda come prima esposto.
L’INPS con il messaggio 684 del 14 febbraio spiega come leggere i vari stadi della domanda e all’occorrenza, cosa fare per intervenire. E per chi oggi si trova con nessuna risposta alla domanda di Assegno di Inclusione, sono notizie cruciali.
Per quanti si ritrovano con la domanda respinta, l’INPS informa che dal 27 febbraio prossimo oltre alla semplice reiezione della domanda verranno specificate anche le causali. I contribuenti che accedono all’area riservata del sito dell’INPS con lo SPID, per esempio, troveranno la domanda con la dicitura “respinta” e con tutte le motivazioni di questa bocciatura. E chi vuole ha 30 giorni di tempo per produrre ricorso avverso la decisione dell’Istituto Previdenziale.
Quando lo stato della domanda è semplicemente “acquisita”, significa che non c’è ancora l’esito. Pertanto, bisogna solo avere pazienza. Se, invece, la domanda si trova allo stadio di sospesa o in evidenza, significa che servono ulteriori dati. Oppure, l’INPS ha trovato alcune discordanze: per esempio, nell’ISEE.
In questo caso l’INPS chiederà al richiedente l’ADI di rettificare entro 60 giorni la DSU o di presentarne una nuova. Decorsi 60 giorni senza intervento da parte del richiedente, la domanda di Assegno di Inclusione da sospesa o in evidenza, passa a bocciata. Può capitare che l’anomalia riscontrata riguardi l’ISEE, ma in relazione alla composizione del nucleo familiare. In questo caso l’INPS avvierà quelli che vengono chiamati controlli preventivi.
Sarà lo stesso Istituto ad approfondire il tutto, cercando conferme con l’Anagrafe della Popolazione Residente. Sempre entro 60 giorni l’INPS si impegna a definire la domanda approvandola o respingendola, motivando nel caso, la reiezione.
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