Dopo oltre 30 anni la Borsa giapponese aggiorna i massimi storici segnati dopo i favolosi anni ’80. Ci potrebbero, quindi, essere tutti i presupposti per una continuazione del rialzo. Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia in quanto dall’economia reale arrivano segnali di debolezza.
Il mercato azionario giapponese ha registrato un notevole aumento con il Nikkei che ha superato i massimi precedenti registrati nel lontano 1989. Questo rialzo è stato guidato da tre principali fattori: la solida economia e la crescita globale, un favorevole tasso di cambio per gli esportatori e le riforme nella corporate governance che hanno incrementato i rendimenti degli azionisti. Il rally si è concentrato sulle large cap, in particolare nel settore degli esportatori e tecnologico. La debolezza dello yen ha favorito gli esportatori e i titoli del settore tecnologico, mentre i titoli value a grande capitalizzazione hanno ottenuto rendimenti migliori grazie alla migliore redditività derivante dalla stessa debolezza dello yen. Tuttavia, è probabile che lo yen si rafforzi nel prossimo futuro. Le riforme nella corporate governance rimangono cruciali per il futuro rendimento del mercato azionario giapponese.
Il Giappone ha visto un rallentamento significativo sul fronte macroeconomico. Il PMI manifatturiero del Jibun Bank Japan è sceso inaspettatamente a 47,2 a febbraio 2024 rispetto al valore di 48,0 registrato a gennaio, risultando inferiore al consenso di mercato di 48,2. Questo indica una contrazione dell’economia, poiché il livello di 50 rappresenta la soglia di neutralità. È il peggioramento più significativo dell’attività industriale dall’agosto 2020, con una contrazione della produzione, dei nuovi ordini e delle vendite verso l’estero al ritmo più veloce dell’ultimo anno.
La tendenza in corso è saldamente rialzista e potrebbe svilupparsi secondo lo scenario indicato in figura. Solo una chiusura settimanale inferiore a 38.649,46 potrebbe favorire una fase ribassista.
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