Di solito si attendono gli ultimi giorni di dicembre per fare il bilancio di fine anno: è stato positivo, negativo o neutro? Nella maggior parte dei casi si tratta di bilanci in chiaroscuro, dove molto dipende dalla nostra view oltre agli eventi effettivamente vissuti e dal grado di intensità con cui li abbiamo gestiti.
Lo stesso può dirsi in finanza nel campo degli investimenti. Ci sono prodotti che corrono tanto, altri meno, altri fanno davvero male. Ora, con riferimento ai primi due mesi dell’anno e al nostro Ftse Mib, chi si è comportato ben oltre la media di mercato? Detto, fatto: ecco i primi 9 titoli azionari di Piazza Affari che da gennaio ad oggi sono saliti più del 20%!
I titoli di Borsa che in due mesi hanno perso di più
Non tutto è rose e fiori, tanto nella vita quanto nel mondo della finanza. Prima di dare uno sguardo ai titoli ben intonati (ad oggi!) di quest’anno, diamo uno sguardo a chi sta arrancando.
Precisiamo che la nostra analisi considera esclusivamente il Ftse Mib, l’indice principale milanese. Ancora, al tempo dell’articolo mancano poche ore al termine delle contrattazioni di febbraio, per cui il grosso del trend bimestrale può ragionevolmente ritenersi acquisito. Premesso ciò, sono 3 i titoli le cui performance negative sono a doppia cifra. Stiamo parlando di Erg, Enel e A2A, tutti operanti nel business dell’energia in senso lato.
Peggio di tutti ha fatto Erg, in calo del 14% da inizio 2024. L’azione ha chiuso il 2023 a 28,86 €, mentre al momento scambia di mano sul mercato al prezzo di 24,90 €. A seguire ecco Enel, calata del 12,69% in due mesi. Qui il prezzo si è portato da 6,730 € di fine anno scorso all’attuale 5,89 €. Infine, ecco A2A, che ha visto i corsi passare da 1,859 € a 1,67 € in 60 giorni di calendario civile (–10,11%).
Ecco i primi 9 titoli azionari di Piazza Affari che da gennaio ad oggi sono saliti più del 20%!
Performance strabilianti, invece, per un ricco manipolo di titoli in rialzo non solo a doppia cifra, ma anche con valori assoluti davvero lusinghieri. Di chi stiamo parlando? Procedendo in ordine crescente, si tratta di:
- Moncler: 20,43%;
- BPER Banca: 22,60%;
- Banca MPS: 23,37%;
- Unicredit: 26,62%;
- Brunello Cucinelli: 29,46%;
- Ferrari: 30,31%;
- Leonardo: 31,27%;
- Iveco: 42,59%;
- chiude infine Unipol, salita di ben il 43,08% in appena due mesi. Il titolo ha chiuso il 2023 al prezzo di 5,162 €, mentre oggi quota a 7,394 €.
Ribadiamo che i valori di cui sopra potrebbero subire lievi variazioni da qui alle poche ore al termine del mese (di febbraio) di Borsa. Ad ogni modo, al netto di cataclismi epocali il trend del 1° bimestre 2024 può ben dirsi archiviato.
Ancora, ricordiamo che, se l’operatività sul capitale di rischio comporta elevata assunzione di rischio, il discorso si complica notevolmente quando l’esposizione è su un singolo titolo. Per il piccolo investitore è meglio lasciarsi guidare da un consulente esperto, molto meglio se indipendente, inseguendo sempre (almeno) tre variabili. Uno, diversificare al massimo (ad esempio tramite fondi comuni attivi o passivi), poi avere approcci di lungo termine (anni, non mesi), infine occhio ai costi.