I nomi ci indentificano, servono a conoscere ciò che ci circonda e a capire delle caratteristiche. Ci sono nomi curiosi che vengono dati anche a qualcosa che si beve. Scopriamone alcuni.
Cosa c’è di meglio di un sorso d’acqua se abbiamo sete? Sappiamo quanto sia importante per noi, ma anche per animali e vegetali. Sulle nostre tavole però portiamo spesso volentieri anche altro. C’è chi preferisce bibite analcoliche e chi invece beve volentieri ogni tanto del buon vino. Troviamo in vendita vini rossi, bianchi, rosati, sia fermi che frizzanti. Si gradiscono anche spumanti, ad esempio, specialmente per festeggiare compleanni o anniversari. Possiamo affidarci ai sommelier nella scelta dell’abbinamento dei vini con i piatti al ristorante. Potremmo anche noi orientarci leggendo magari con attenzione le etichette di quelli che acquistiamo.
Come avviene con altri prodotti, le aziende vitivinicole devono distinguere vitigni, uve e vini con dei nomi. Alcuni si tramandano, altri si inventano o si prendono in prestito da vari ambiti. Ecco alcuni esempi. C’è una band italiana ormai famosa e apprezzata il cui cantante si chiama Giuliano Sangiorgi. Il nome del gruppo è legato al Salento, in particolare a un vino, il Negramaro. Il termine indicherebbe il tipo di vitigno a bacca scura, nera. Tra i tanti altri vitigni, in Sardegna soprattutto si coltiva il Monica, da cui il vino omonimo.
Per la lingua italiana andare in solluchero significherebbe provare un profondo compiacimento, orgoglio. Un produttore di vini eccellenti e rinomati potrebbe provare questa sensazione. Dobbiamo sapere che esisterebbe anche un vino con questo nome, si tratta di Solluchero IGT Veneto Moscato secco. Si potrebbe fare un gioco con i nomi dei vini, dunque. Un esempio sarebbe “Negramaro in solluchero per Monica”. Cosa nasconde tale frase ormai è chiaro.
Ora che conosciamo alcuni nomi particolari di vini italiani, prepariamoci a degustarli magari con il bicchiere adatto. Ecco qualche abbinamento da provare. Il Negramaro andrebbe accostato a piatti dal sapore deciso e ricchi. Per esempio, secondi a base di carne, come bistecche oppure polpette. Si potrebbe sorseggiare anche mangiando del formaggio stagionato. Per quanto riguarda il Monica DOC, andrebbe bene come vino da antipasto e da secondi. La cucina sarda sarebbe l’ideale, ma si abbinerebbe anche con salumi, carni, pesci e crostacei. Infine, il Solluchero sarebbe ideale gustato con della pasticceria secca. La sua versatilità, però, potrebbe accompagnare pure ortaggi, pesci e crostacei.
(n.d.r. Articolo scritto per puro scopo informativo senza fini commerciali)
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