Negli ultimi anni ci si è scontrati con un aumento vertiginoso dei prezzi di beni e servizi sul mercato. In gergo la si chiama inflazione, ossia il generalizzato aumento dei prezzi dovuto alle specifiche cause macroeconomiche intervenute all’epoca in cui essa si manifesta. Tutte hanno però un elemento in comune: impoveriscono il cittadino perché gli erodono il potere d’acquisto.
Il fenomeno ha interessato tutti, locatari inclusi. Per rendercene conto, è incredibile di quanto sono saliti i prezzi degli affitti in Italia in un anno rispetto a febbraio 2023. Presentiamo in questa sede i risultati di uno studio in merito pubblicato di recente dall’Ufficio Studi Idealista.
Il mercato delle case in questo primo scorcio del 2024
Il mercato delle case negli ultimi mesi si sta scontrando con un trend in buona parte prevedibile. Complice il forte rialzo dei valori immobiliari, l’elevato costo del denaro (interessi sui mutui casa) e la scarsa offerta sul mercato, gli acquisti di abitazioni sono in contrazione. Intendiamoci, sono in discesa rispetto agli ottimi volumi dei semestri precedenti, il che non vuol dire che non si vendono case. Ora, chi ha deciso di rimandare al futuro la data dell’acquisto si riversa nel frattempo sull’affitto. Su questo fronte la disponibilità non è copiosa, anche perché la ripresa post Covid aveva già portato ad occupare molte case. Infine, l’exploit degli affitti brevi ha rarefatto la disponibilità di soluzioni sul medio-lungo termine. Gli short rent rendono di più e danno più certezza al proprietario che l’inquilino andrà via da casa nel giro di pochi giorni. A pagarne le spese, nel senso doppio del termine, sono gli affittuari tradizionali. Da un lato ci sono meno opzioni immobiliari tra cui scegliere, dall’altro c’è che i canoni sono saliti assai negli ultimi mesi.
Incredibile di quanto sono saliti i prezzi degli affitti in Italia in un anno rispetto a febbraio 2023
Secondo l’indagine Idealista il trend dei canoni di locazione ha segnato un nuovo picco a febbraio. L’incremento mensile è stato dell’1,3%, per un valore medio di locazione pari a 12,9 €/mq, e un balzo del +13,9% rispetto a febbraio 2023.
I valori medi nascondono come sempre dinamiche disomogenee al loro interno. Tuttavia, il trend della locazione tra i capoluoghi di Provincia rimane rialzista, tranne qualche eccezione. Tra le città dove le richieste sono sopra la media nazionale troviamo Milano (23,3 €/mq), Roma (15,8 €/mq), Napoli (14,6 €/mq), Venezia (17,4 €/mq), Bologna (17,3 €/mq), Bolzano (15,1 €/mq), Como (15,7 €/mq).
Dal lato opposto troviamo invece molte città del Sud, dove nel complesso gli affitti sono mediamente più economici per gli affittuari. In ordine decrescente leggiamo Taranto e Catanzaro a 6,3 €/mq, Potenza a 6,1 €/mq, Alessandria a 6,0 €/mq, Cosenza a 5,7 €/mq, Reggio Calabria a 5,5 €/mq, Vibo Valentia a 5,0 €/mq e Caltanisetta a 4,6 €/mq.
Anche a livello delle Province l’analisi ha evidenziato notevoli fluttuazioni dei prezzi e un trend in risalita in 62 delle 104 realtà passate al setaccio. I canoni medi di locazione (per Provincia) più cari a febbraio si sono avuti a Belluno (29,7 €/mq), Lucca (29,0 €/mq) e Rimini (26,0 €/mq). Seguono poi le aree di Milano (22,0 €/mq), Grosseto (21,0 €/mq), Aosta (19,7 €/mq), Bolzano (18,8 €/mq), Firenze (18,2 €/mq), Ravenna (17,3 €/mq) e Bologna (15,8 €/mq). Passando all’estremo opposto incontriamo, nell’ordine, Terni (6,0 €/mq), Isernia (5,9 €/mq), Reggio Calabria (5,8 €/mq), Alessandria (5,7 €/mq), Biella (5,6 €/mq), Benevento e Avellino a 5,5 €/mq, Caltanisetta (4,9 €/mq).