La carta igienica è un bene del quale non possiamo più farne a meno. Anche se da sola non basta, certamente è indispensabile dopo che ogni persona ha fatto i suoi bisogni. Eppure, si tratta di una invenzione quasi recente che, sembra, risalga al 1850. E prima come facevano?
Quante volte ci siamo lamentati, magari su Internet, perché, in un locale pubblico, siamo entrati in bagno e mancava la carta igienica. A ragione, si dovrebbe aggiungere, considerando il disagio per potersi pulire dopo aver fatto i nostri bisogni e con la mancanza del bidet. Però, dovreste sapere che questo oggetto tanto prezioso è di recente scoperta.
Infatti, pare che l’inventore di questi rotoli di carta sia un americano, tale Joseph C. Gayetty, nell’anno 1850. Anche se quella invenzione è nata, si potrebbe dire, per caso, come spesso succede. In effetti, questo lungimirante imprenditore lanciò sul mercato un prodotto dal nome “Medicated Paper”. Non casuale, perché doveva servire unicamente per contrastare l’irritazione dovuta all’inchiostro dei giornali con i quali, allora, ci si puliva. Ben presto, si capì che potevano essere usati al posto dei quotidiani.
Insomma, sono meno di 200 anni che usiamo quei rotoli di morbidezza, come vengono etichettati nella pubblicità. Perfetto, e prima come facevano? Gli studiosi hanno dato diverse interpretazioni e teorie. Ad esempio, pare che gli antichi Greci, per pulirsi, usassero dei frammenti rotti di ceramica. I primitivi, invece, andavano semplicemente nei ruscelli. Gli antichi Egizi, invece, sfruttando il fatto di vivere nel deserto, utilizzavano la sabbia, però, con degli oli profumati. Quanto all’antica Cina, uno studio sostiene che utilizzavano dei bastoncini di bambù che erano avvolti in un panno.
Benissimo, fatta questa panoramica, cosa usavano gli antichi romani al posto della carta igienica? Su questo, gli studiosi sono divisi. C’è chi sostiene, ad esempio, che usassero dei brandelli di stoffa, non a caso ritrovati, ad Ercolano, in una antica fossa biologica. Però, altri ritengono che, invece, utilizzassero un altro oggetto. Ovvero, il tersorium, che altri non è che un antenato del nostro moderno scopino. Si trattava, infatti, di un bastone sul quale veniva infilata una spugna marina. Chi doveva usarla, la ripuliva con acqua salata e/o aceto. Ebbene, è proprio con un tersorium che un antico gladiatore germanico si suicidò, nel gabinetto dell’arena dove doveva combattere, infilandoselo in gola.
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