Chi è cattolico sa che, in Quaresima, di venerdì, non deve mangiare la carne. Per questo motivo, opta per il pesce che la Chiesa autorizza. Vi siete mai chiesti il perché? Ed è proprio così? In realtà, si dovrebbe specificare bene cosa si potrebbe mangiare e cosa no. Ecco la risposta.
Oggi è venerdì e per i cattolici, essendo Quaresima, è giorno di digiuno dalla carne. In realtà, lo si dovrebbe fare in ogni venerdì dell’anno, ma sicuramente va fatto in Quaresima. Dove, nel Mercoledì delle Ceneri e nel Venerdì Santo è previsto anche il digiuno. Però, vi siete mai chiesti perché nei venerdì di Quaresima si può mangiare il pesce? E, invece, non si può consumare ogni tipo di carne, non solo quella rossa, ma di ogni animale che vive sulla terra e in cielo? Già nell’Antico Testamento, la carne, in qualche caso, veniva associata alla concupiscenza. In pratica, evitare di mangiarla, nel venerdì, che ricorda la morte di Gesù, favorisce un percorso di ascesi.
In realtà, il Codice di Diritto Canonico, anno 1917, sentenziava l’astinenza della carne per ogni venerdì dell’anno. E va fatto a partire dai 14 anni di età, mentre il digiuno va fatto dai 18 anni compiuti ai 60 anni iniziati. Attenzione che, per digiuno, significa prendere un pasto al giorno, anche se questo non vieta, ad esempio, di prendere un poco di cibo al mattino o alla sera. Non vuol dire, insomma, non mangiare cibo e acqua per 24 ore. Questa per quanto riguarda le norme. La carne, si diceva. Nell’antichità, era sempre associata alla opulenza, alla ricchezza. Tommaso D’Aquino diceva che la carne rossa dava più piacere. Rinunciarci è un gesto penitenziale molto più ampio che implica anche umiltà.
Non a caso da carnem-levare deriva il termine Carnevale. Il pesce, invece, era considerato un cibo povero, con poche calorie e quindi era autorizzato. Certo, oggi, visti i prezzi dell’uno e dell’altro si dovrebbe fare il contrario. Però, attenzione a non pensare che per il pesce ci sia un via libera. Non si deve, per dire, mangiare una aragosta o delle ostriche, perché sono associate, secondo alcuni ecclesiastici, al piacere e al lusso. In pratica, si devono evitare non solo le carni, ma tutti i cibi e le bevande particolarmente costosi. E anche nella preparazione del pesce, si deve seguire una ricetta semplice.
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