Il riscatto della laurea sia nella versione agevolata che in quella ordinaria, è uno strumento che consente ad un contribuente di completare la carriera contributiva necessaria alla pensione.
Ma permette anche di aumentare l’importo di una pensione di cui si ha già diritto. Perché i contributi riscattati, sia per la laurea che per esempio, per la Pace Contributiva, valgono sia per il diritto che per la misura di una pensione. Chi deve comprare i contributi per andare in pensione o per prenderne una più alta, deve spendere dei soldi. Ma lo Stato aiuta l’interessato, restituendo qualcosa sotto forma di sgravio fiscale.
Il riscatto prevede che l’interessato versi all’INPS i relativi oneri. Perché il riscatto della laurea, come la Pace Contributiva, sono misure onerose e quindi a pagamento. Ciò che un contribuente versa però può essere portato in detrazione o in deduzione dal reddito. Quindi l’Agenzia delle Entrate con le dichiarazioni dei redditi restituisce qualcosa al contribuente. Che pertanto spenderà di meno rispetto al previsto.
Ogni contribuente italiano versa sui redditi che ha prodotto, una imposta chiamata IRPEF. Si tratta dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Il lavoratore dipendente o il pensionato versano l’imposta direttamente sul loro stipendio o sul loro cedolino di pensione. In questo caso il datore di lavoro o l’ente previdenziale fungono da sostituto d’imposta. I lavoratori autonomi e i professionisti invece questi versamenti li effettuano da soli con la dichiarazione dei redditi. Grazie a ciò che si spende per riscattare i contributi, c’è chi otterrà il rimborso di quanto pagato come IRPEF e chi verserà una imposta inferiore.
Anche il riscatto della laurea può essere scaricato dal reddito generando in molti casi un rimborso a favore del contribuente. Se il riscatto riguarda un familiare a carico (un figlio per esempio), si usa la detrazione. Il contribuente recupera così il 19% di quanto ha versato l’anno precedente. Se invece il riscatto è del diretto interessato, non c’è la detrazione ma la deduzione. Significa che l’interessato potrà sottrarre quanto ha pagato l’anno precedente, dal suo reddito. In questo caso viene diminuito il reddito su cui il Fisco andrà a calcolare l’imposta. Con la Pace Contributiva invece si usa la detrazione, che permette di scaricare in 5 anni consecutivi il 50% di quanto pagato l’anno precedente. Se il contribuente ha versato 10.000 euro di riscatto con la Pace Contributiva, potrà scaricare dall’IRPEF 5.000 euro ma in rate da 1.000 euro per 5 dichiarazioni dei redditi consecutive.
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