Mangiare bene costa, soprattutto se in tavola si presentano alimenti pregiati. Questa volta non si parla di caviale, bensì di formaggio e il più pregiato arriva dalla Serbia.
L’Italia vanta di avere moltissime prelibatezze derivanti dalla sua terra, ma per andare alla ricerca del formaggio più pregiato al Mondo bisogna spostarsi di oltre mille chilometri. Ogni formaggio possiede la sua unicità, ma più è raro e di qualità, più il prezzo lievita fino a superare i 1000 euro al chilo. I prodotti caseari che superano questa cifra si possono contare sulle dita di una mano e tra di essi vi è un formaggio serbo molto pregiato che si è aggiudicato il primato di formaggio più costoso.
Il prezzo del formaggio è determinato da diversi fattori: origine, rarità di ingredienti, difficoltà di produzione, il sapere dei maestri caseari, il tempo di produzione e la stagionatura (che a volte può richiedere anni). Questi fattori incidono molto sul prezzo e sulla qualità di un formaggio. Tra quelli più costosi e prelibati italiani, per esempio, si trovano il Bitto Storico (300 euro al chilo) prodotto sulle Prealpi Orobie e il Caciocavallo Podolico (100 euro al chilo) prodotto nelle regioni del Sud Italia. Il primato se lo aggiudica il Pule Serbo.
Il Pule Serbo è considerato il re dei formaggi per la sua prelibatezza ma, soprattutto, per il suo prezzo che parte da 1.100 euro al chilo e che attualmente si aggira intorno a 1.400 euro al chilo. È un formaggio prodotto con latte di asina della Riserva naturale di Zasavica e lo si può fabbricare solamente su ordinazione. Questo perché per produrre un solo chilogrammo di formaggio servono ben 25 litri di latte e ogni asina presente nella riserva, produce all’anno circa 20 litri di latte. Non solo la rarità del latte, anche il processo di trasformazione fa lievitare il prezzo, il quale richiede passaggi molto complessi.
Il re dei formaggi appare come una pasta bianca e friabile che potrebbe assomigliare alla ricotta dalla consistenza, ma dal sapore completamente diverso. Infine, la sua rarità deriva dal fatto che le asine presenti nella Riserva sono solamente un centinaio, vivono pacificamente e la mungitura avviene manualmente tre volte al giorno.
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