Il dollaro USA ha reagito in modo significativo ai recenti dati sull’inflazione, registrando un aumento generalizzato. Questo ha causato una diminuzione del prezzo dell’oro, poiché l’inflazione alla produzione (PPI) è risultata più elevata delle previsioni e il breakout dei prezzi del greggio ha aumentato i timori di un’inflazione persistente. Tuttavia, con le prossime riunioni delle banche centrali e considerando il comportamento del dollaro nel passato, c’è incertezza su quanto i guadagni determinati dai dati siano sostenibili nel lungo termine. Inoltre, le vendite al dettaglio che hanno deluso le aspettative potrebbero limitare ulteriori guadagni del dollaro.
Dopo avere ignorato l’aumento dell’inflazione dei prezzi al consumo (CPI), gli investitori hanno reagito con veemenza ai dati alla produzione (PPI). Questi, infatti, sono risultati essere più elevati delle aspettative. Di conseguenza, il dollaro e i rendimenti obbligazionari sono aumentati, esercitando pressione sul cambio euro dollaro e sull’oro insieme ad altre valute principali. I dati sul mercato del lavoro, riguardanti le richieste di disoccupazione, hanno superato le aspettative, consolidando ulteriormente l’ultima forte lettura NFP (dati relativi all’occupazione negli Stati Uniti per il settore manifatturiero, delle costruzioni e dei beni). Le richieste iniziali si sono attestate a 209K, meglio delle 218K attese, mentre le richieste continue sono risultate migliori rispetto alla settimana precedente.
L’ultimo dato sulle vendite al dettaglio ha deluso le aspettative in tutti i settori, con una revisione al ribasso del mese precedente che ha reso la situazione ancora peggiore. Le vendite totali sono aumentate dello 0,6% rispetto al previsto dell’0,8%, mentre le vendite al dettaglio core sono aumentate dello 0,3%, al di sotto dello 0,5% previsto.
Questa delusione per il secondo mese consecutivo potrebbe ostacolare il recupero del dollaro USA in futuro. L’inflazione persistente e il calo delle vendite al dettaglio suggeriscono che i consumatori stanno vivendo difficoltà economiche. Se altri dati confermeranno un rallentamento dell’attività economica, potrebbe verificarsi un indebolimento del dollaro e aumenterebbero le probabilità di un taglio dei tassi a giugno. Tuttavia, sarà necessario un deterioramento rapido dei dati sull’inflazione per sostenere questa prospettiva.
Nonostante la battuta di arresto la tendenza in corso è ancora rialzista, ma col passare delle settimane il range di oscillazione delle quotazioni diventa sempre più stretto.
Guardando quanto accaduto a partire dal 2023 possiamo dire che sono due i livelli da monitorare con attenzione in chiusura di settimana. Area 1,1089 oltre la quale il rialzo potrebbe continuare secondo lo scenario mostrato in figura.
Al ribasso, invece, va monitorato con attenzione il supporto in area 1,0693. Sotto questo livello le quotazioni potrebbero tornare verso la parità.
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