È arrivata la Festa del Papà per eccellenza. È il 19 marzo, il giorno di San Giuseppe che si celebra in Italia e nel Mondo per ricordare le figure paterne. Spesso accompagnando la giornata a delle frittelle, dei bignè oppure alla cosiddetta raviola, come in Emilia-Romagna.
C’è poi chi scrive dediche e poesie, o semplicemente chi ne approfitta per dire grazie. Insomma, il 19 marzo, giorno in cui morì il padre di Gesù, ci ricordiamo di una figura molto famosa, ma in realtà quasi sconosciuta, e circondata da leggende o falsi miti. È arrivato il giorno di San Giuseppe: ma lo sapevi il falso che circola su di lui? Il protagonista della Festa del Papà faceva certamente un lavoro diverso da quello che tutti conosciamo.
Non si trattava di un falegname molto povero, costretto a far vivere la propria famiglia in situazione di disagio in una stalla. L’errore non solo è evidente, ma anche corretto dal Papa stesso, che in una lettera apostolica (la Patris corde) parla del vero ruolo di Giuseppe. Il quale, stando alle traduzioni meno generiche del testo in greco di san Marco, era un “tectòn”, ovvero un carpentiere. Si trattava cioè un artigiano nell’ambito edilizio, con compiti certamente specialistici, nonché dotati di una certa complessità. E per quanto fosse una attività materiale, il ruolo del carpentiere godeva anche di un certo rilievo nella società dell’epoca, come dimostrato da altri studi.
D’altro canto, non si tratta dell’unica inesattezza concettuale su questioni del genere. Basti pensare che non è affatto detto che il frutto proibito dell’eden fosse una mela. Questa idea si era diffusa per delle tradizioni che nel tempo hanno assunto delle sfumature in realtà non presenti nelle parole originarie. Era genericamente un frutto, secondo molti un fico.
Ma cosa cambierebbe il significato di carpentiere, invece del falegname nullatenente che molti immaginano? Ciò potrebbe anche significare che la situazione economica della sua famiglia non era di miseria estrema. Di certo non godeva dei privilegi di un possidente, che poteva vivere grazie alle rendite delle proprie proprietà; e neppure un governatore od un commerciante, che potevano accumulare ricchezze; ma, per quanto poco se ne possa immaginare, la sua famiglia si poteva trovare in una situazione di ragionevole serenità economica, sebbene nella dipendenza dal lavoro manuale. È ovvio che il concetto di benessere era diverso rispetto ad i parametri delle società moderne. Ad ogni modo, si tratta di una visione differente a cui molti di noi erano abituati.
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