Negli ultimi decenni, l’avanzamento della tecnologia e delle metodologie scientifiche ha permesso ai ricercatori di scoprire un numero sempre crescente di esopianeti. Si tratta di pianeti al di fuori del nostro sistema solare. Tra questi, alcuni sono considerati potenzialmente raggiungibili partendo dalla Terra. Questo sia per la loro vicinanza alla nostra galassia, sia per le caratteristiche che rendono più accessibile l’esplorazione.
La prospettiva di raggiungere nuovi pianeti offre entusiasmanti opportunità per l’umanità, poiché potrebbe aprire la strada a nuove frontiere dell’esplorazione spaziale. Ma anche fornire nuove informazioni sulla nostra posizione nell’Universo. In questo contesto, è interessante analizzare alcuni dei pianeti più piccoli scoperti che potrebbero essere raggiunti partendo dalla Terra. In pochi conoscono le loro caratteristiche e le implicazioni di un’eventuale missione di esplorazione.
Uno dei pianeti più vicini alla Terra è Proxima Centauri b, un pianeta roccioso che orbita attorno alla stella più vicina al nostro sistema solare, Proxima Centauri. Situato a circa 4,24 anni luce di distanza, Proxima Centauri b ha catturato l’attenzione degli scienziati per la sua posizione favorevole. Ma anche per il fatto che si trova nella cosiddetta zona abitabile della sua stella, dove le condizioni potrebbero essere adatte per la presenza di acqua liquida e quindi, forse, per la vita.
Non solo Kepler
Un altro esopianeta interessante è TRAPPIST-1e, situato nel sistema stellare TRAPPIST-1, a circa 39 anni luce di distanza dalla Terra. TRAPPIST-1e è uno dei sette pianeti rocciosi che orbitano attorno alla sua stella madre ed è particolarmente intrigante per la sua posizione nella zona abitabile e per le dimensioni simili a quelle della Terra. Numerosi articoli hanno trattato questa scoperta e ancora oggi molti si trovano su Internet. A dimostrazione dell’attenzione che queste scoperte attirano.
Come successo a 186f Kepler-186f. Si tratta di un altro esopianeta, la cui scoperta ha destato molto clamore. Non solo per l’entusiasmo generato negli scienziati, quanto per le sue peculiarità. Situato a circa 582 anni luce di distanza, orbita attorno alla stella Kepler-186 nella costellazione del Cigno. Ciò che rende Kepler-186f famoso è che è stato il primo esopianeta scoperto ad avere dimensioni simili alla Terra nella zona abitabile di una stella simile al Sole. Si tratta davvero di qualcosa di incredibile.
I pianeti più piccoli scoperti finora e le costellazioni
LHS 1140 b è un altro esopianeta promettente situato nella costellazione del Cigno, a circa 40 anni luce di distanza. È un pianeta roccioso che orbita attorno alla stella LHS 1140 ed è stato identificato come un possibile candidato per la ricerca di biosfirme, cioè segnali di vita atmosferica che potrebbero indicare la presenza di organismi viventi.
Ross 128 b è un pianeta roccioso situato a circa 11 anni luce di distanza dalla Terra, che orbita attorno alla stella Ross 128 nella costellazione della Vergine. È stato individuato come un altro potenziale candidato per la ricerca di vita extraterrestre, poiché si trova nella zona abitabile della sua stella madre. Gliese 581g è un pianeta extrasolare situato a circa 20,3 anni luce di distanza, orbitante attorno alla stella Gliese 581 nella costellazione della Bilancia. È stato oggetto di dibattito scientifico per quanto riguarda la sua abitabilità, ma rimane un obiettivo intrigante per la ricerca futura e potrebbe essere un possibile destino per missioni di esplorazione spaziale. Tutti questi pianeti molto piccoli sono simili alla Terra e potrebbero essere la destinazione degli uomini non appena le conoscenze tecnologiche e spaziali permetteranno di raggiungerli.