La classifica dei migliori dividendi di Piazza Affari è dominata dai bancari. Tuttavia, c’è un titolo azionario che si difende molto bene con un rendimento del dividendo pari a circa l’8,5%. Stiamo parlando di Saras, un titolo che dopo l’exploit rialzista di inizio febbraio quando è arrivato a guadagnare il 28,5% in una settimana, ha iniziato una fase di debolezza tuttora in corso. Cosa potrebbe accadere alle azioni della società della famiglia Moratti?
Saras, attiva nella raffinazione del petrolio e nella produzione di energia elettrica, ha riportato un calo significativo nei ricavi nel 2023, passando da 15.836 milioni di euro a 11.443 milioni di euro rispetto all’anno precedente.
Tuttavia, nonostante ciò, l’EBITDA reported è stato di 662,4 milioni di euro, e il risultato netto del gruppo è stato di 313,9 milioni di euro, mostrando una solidità nel quarto trimestre.
Il presidente, Massimo Moratti, ha espresso soddisfazione per i risultati, evidenziando un EBITDA comparable di circa 670 milioni di euro per l’intero anno e un margine medio delle operazioni industriali superiore a 12 $/bl. La società prevede di rinforzare ulteriormente la struttura finanziaria per sostenere gli investimenti pianificati nel 2024, compreso un dividendo di 15 centesimi di euro per azione. Moratti ha indicato condizioni favorevoli per il 2024, con un sistema di raffinazione globale ancora limitato e il contributo atteso dalla produzione di energia rinnovabile tramite il parco fotovoltaico Helianto.
Barclays ha ridotto la raccomandazione su Saras da “overweight” a “equal-weight”, mentre ha aumentato il target price a 1,75 € per azione, rispetto al precedente 1,70 €. Questa decisione è stata presa considerando l’offerta di acquisto della partecipazione della famiglia Moratti da parte del trader internazionale di materie prime Vitol.
In generale, il rating medio degli analisti per Saras è Neutrale con un prezzo obiettivo medio a un anno in linea con le attuali quotazioni.
Come si vede dal grafico, la tendenza in corso è rialzista. Tuttavia, non si può non notare come dopo l’exploit di inizio febbraio le quotazioni si siano come bloccate. Dal quel momento, infatti, non solo si sono mosse all’interno dell’ampia barra rialzista, ma sono state anche contenute dal trading range 1,684 € – 1,815 €. A questo punto solo la rottura di uno di questi due livelli potrebbe dare direzionalità alle quotazioni.
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