La pensione anticipata ordinaria è una misura che fino al 2026 avrà come unico requisito quello contributivo.
Si tratta di una misura destinata a tutti i lavoratori, ma che per caratteristiche si sposa solo ad alcuni profili. E adesso vedremo chi è che rappresenta l’identikit preciso per rientrare in questa misura.
Alla pensione anticipata possono accedervi i lavoratori dipendenti del settore privato e del pubblico impiego. Ma anche i lavoratori autonomi. Il requisito da centrare è quello contributivo. Serve necessariamente arrivare a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Di questi contributi, ben 35 anni devono essere completati senza considerare i contributi figurativi da malattia o da disoccupazione. Questo vincolo può sembrare una cosa da niente ma invece è una cosa che impedisce l’utilizzo della misura a molti lavoratori. Chi si chiede chi può andare in pensione senza limiti di età, non può non considerare questo vincolo.
Il fatto che servono quasi 43 anni di contributi totali e circa 35 anni di contributi effettivi da lavoro, circoscrive e riduce di molto la platea dei potenziali beneficiari. Rendendo la misura destinata sostanzialmente a lavoratori statali, oppure a lavoratori costanti nella carriera e senza grandi interruzioni. In pratica, difficile se non impossibile andare in pensione con questi requisiti per lavoratori intermittenti o saltuari. Fuori dal perimetro del lavoratore ideale per la pensione anticipata ordinaria finiscono edili e stagionali del settore turistico, ricettivo e alberghiero. Notoriamente con carriere lavorative intervallate da periodi di disoccupazione anche per via della stagionalità del loro lavoro. E fuori dal perimetro anche braccianti agricoli per gli stessi motivi. E se parliamo di genere, inevitabile che le donne, anche se viene loro concesso un anno di sconto sui contributi, hanno le maggiori difficoltà a superare i 40 anni di carriera.
Proprio alla luce delle evidenti difficoltà già citate, la riforma delle pensioni diventa molto desiderata. Soprattutto se davvero si produrrà una Quota 41 per tutti. Una misura che abbasserebbe di 22 mesi il requisito contributivo per gli uomini e di 10 mesi per le donne. Non sarebbe certo una rivoluzione, ma renderebbe più facile il pensionamento per quelle categorie di evidenti penalizzati di cui parlavamo nel paragrafo precedente.
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