Diverse notizie stanno facendo il giro del WEB con una nuova pensione con Quota 96,7. Una nuova quota che di fatto sta smuovendo le acque dell’interesse collettivo vista la grande attesa che c’è sulla riforma delle pensioni.
Partiamo dalla considerazione che la Quota 96,7 è una vera bufala, perché si parla di una misura che alcuni media hanno frainteso, indicando nel primo maggio prossimo la data di scadenza di questa novità. Invece il primo maggio non scade che la domanda di certificazione del diritto per chi rientra nello scivolo usuranti. Ma solo per quanti credono di completare i requisiti previsti entro la fine del 2025.
Pensioni, fai domanda entro il primo maggio altrimenti rischi di rimandare tutto al 2026
Il lavoratore che completa i requisiti per lo scivolo usuranti nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2025 ed il 31 dicembre 2025 deve presentare domanda già adesso per evitare penalizzazioni e rinvio della pensione. I requisiti di cui parliamo sono:
- Almeno 61 anni e 7 mesi di età;
- Almeno 35 anni di contributi versati;
- Completamento della Quota 97,6.
Bisogna essere alle prese con una delle attività di lavoro gravoso previste dalla normativa vigente, oppure alle prese con il lavoro notturno, con la linea a catena o con attività di trasporto pubblico. Sono questi i requisiti da centrare e come si vede, la quota giusta è 97,6. E valgono anche le frazioni di anno. Quindi, 35 anni di contributi e 61,7 anni di età sono solo le due soglie minime da centrare. Poi bisogna fare i conti con il raggiungimento di questa quota.
Cosa si rischia a ritardare la domanda
La domanda che scade il primo maggio è quella certificativa. Poi, al raggiungimento dei requisiti, bisogna presentare la domanda vera e propria. Chi presenta domanda in ritardo, ma entro i 30 giorni successivi alla scadenza, perde 30 giorni di pensione. La decorrenza della prestazione, infatti, slitta di un mese e non parte più dal primo giorno del mese successivo a quello di maturazione dei requisiti. Se invece il ritardo si protrae oltre ecco che i mesi di decorrenza slittano. Per ritardi di 60 giorni la pensione slitta di 2 mesi, per ritardi superiori slitta di 3 mesi. E per di più si rischia di dover aspettare fine anno per la verifica delle dotazioni finanziarie. Infatti per le domande ritardate bisogna aspettare la riunione della commissione INPS (in genere da ottobre a dicembre di ogni anno), per la verifica delle risorse disponibili. Per queste pensioni, fai domanda entro il primo maggio per evitare i tagli.