Il gatto è da sempre considerato un animale speciale. Gli antichi egizi lo adoravano, ritenendolo una manifestazione del divino. I persiani, sapendolo, vinsero addirittura una battaglia legando dei felini ai propri scudi, in modo da fermare gli attacchi dei nemici egizi.
Anche l’Islam considera il gatto un animale dotato di caratteri unici. Peraltro, Maometto aveva un suo gatto preferito, chiamato Muezza. Non si può negare che nella società contemporanea siamo meno attratti dai felini. Basti pensare che i gatti sono diventati i destinatari di account Instagram talvolta in grado di raccogliere milioni di followers. Dovremmo allora sapere che il paradiso degli amanti dei gatti esiste. Si trova in Giappone e si chiama Aoshima. Se ami i gatti e scattargli foto, ecco la prossima meta del tuo viaggio: l’isola dei gatti.
Un successo mondiale
Un’isola scarsamente abitata dagli uomini, ma strapiena di gatti ad ogni angolo. Sembra l’ideale per gattari patologici e misantropi mai pentiti. Ad Aoshima la proporzione tra bipedi e quadrupedi è di 7:1 in favore di questi ultimi. L’isola è ampia appena 49 ettari. Dei quali sono una parte sono riservati al piccolo porto ed alle case dei locali. Ed è proprio in queste poche strade che si concentra una masnada di gatti di ogni forma e colore. Così tanti, da diventare una delle attrazioni più fotografate dal Giappone.
Ma cosa è successo a questo luogo per aver raggiunto una tale condizione? Al termine della Seconda Guerra Mondiale l’isola, abitata da ben 900 persone, insediò una piccola colonia di gatti. Oggi gli abitanti sono solamente 22, la maggior parte dei quali pensionati. I felini, al contrario, si sono moltiplicati. E stanno per raggiungere il numero di 130 unità. Purtroppo per loro la fonte di alimentazione non è più costituita dal pescato del giorno, ma è offerta dai pochi residenti e dai molti turisti.
Se ami i gatti e scattargli foto, ecco la prossima meta del tuo viaggio: l’isola dei gatti
I gatti sono grandissimi amici dei pescatori perché impediscono ai topi di prendere il sopravvento, divorare la merce e le riserve alimentari. La lotta ai topi fu proprio la sacra missione riservata loro il giorno dell’arrivo sull’isola, quasi 80 anni fa.
Il Mondo però è cambiato, e tanto più la società giapponese. In molti iniziano a parlare di sovrannumero. Alcuni dei gatti di Aoshima sono stati già sottoposti a sterilizzazione per provare a limitare la diffusione. I turisti sembrano disposti a fare centinaia di chilometri da Tokyo ed a sopportare la traversata in battello pur di vederli. La popolazione non apprezza il rumore ed il clamore, ma d’altro canto potrebbe significare una fonte di mantenimento inattesa per la popolazione nascitura. Una benedizione che sembrerebbe significare ancora una volta la natura provvidenziale di questi magnifici animali.