Una delle categorie più tutelate dalle leggi italiane è senza dubbio quella dei disabili. E non parliamo solo di Legge 104, di agevolazioni e di prestazioni assistenziali.
Oggi parliamo di prestazioni previdenziali, ovvero di pensioni. Perché anche la pensione in base ai contributi che un invalido ha versato, sono di vantaggio per chi ha una determinata invalidità. E adesso vedremo cosa offre il sistema e come consente a determinati invalidi di andare in pensione molto prima.
Si parte dal 74% di invalidità
Aspettare 67 anni di età, oppure continuare a lavorare fino a raggiungere circa 43 anni di contributi non è sempre necessario. Lo sai che, se hai queste invalidità, esci dal lavoro molto prima? Una domanda che si può girare a qualsiasi persona affetta da alcune patologie e non solo a chi ha gravi problemi di non autosufficienza. Perchè prestazioni che consentono di uscire dal lavoro molto prima agli invalidi, ce ne sono e non sempre è necessario arrivare al 100% di invalidità con problemi annessi di deambulazione o svolgimento delle attività classiche della quotidianità.
Per esempio, se l’invalidità è una donna, può lasciare il lavoro a 59 anni con Opzione Donna. Basta il 74% di invalidità per andare in pensione con questa misura. Purché l’età e i 35 anni di contributi necessari siano stati completati entro il 31 dicembre dell’anno precedente. A 59 anni escono solo le invalide che hanno avuto due o più figli. Altrimenti si passa a 60 anni con un solo figlio ed a 61 anni senza figli. Ma con il 74% di invalidità si può uscire, indipendentemente dall’essere uomo o donna, anche senza limiti di età. Basta avere 41 anni di contributi complessivi, 35 effettivi da lavoro e 12 mesi versati prima del compimento dei 19 anni. La misura si chiama Quota 41 per i precoci.
Lo sai che se hai queste invalidità esci dal lavoro a 63 anni o addirittura molto prima? Ecco la verità
Se non hai raggiunto i 41 anni di contributi, ma hai il 74% di invalidità ed almeno 63,5 anni di età, una soluzione per la pensione c’è. Si chiama APE sociale. L’alternativa alla Quota 41 per i precoci quindi c’è, e bastano 30 anni di contributi insieme ai già citati 63 anni e 5 mesi di età. Passando poi all’invalidità specifica, cioè alla riduzione della capacità lavorativa specifica del lavoro che svolge l’interessato, c’è la possibilità di anticipare ancora oltre la propria quiescenza. Andando in pensione a 56 anni se lavoratrice, o a 61 anni se lavoratore. Bastano per la misura 20 anni di versamenti.