Il rialzo dei rendimenti dei bond dal post-Covid in poi ha modificato le preferenze dei risparmiatori. In passato per non esitare rendimenti negativi ci si spostava su scadenze di almeno 5-6 anni. Se poi l’intento era anche quello di coprirsi da tasse e commissioni allora si allungava ulteriormente la durata.
Oggi invece un BOT a 1 anno garantisce un ritorno lordo nell’ordine del 3,5-3,6%, ritorni che salgono all’aumentare della durata residua. Morale, il piccolo investitore trova nelle brevi e medie scadenze un buon connubio rischio-rendimenti.
Insomma, a inizio decennio investire sul reddito fisso era davvero poco conveniente malgrado la garanzia del rimborso del capitale a scadenza. La riprova la si è avuta non a parole ma nei fatti, quando al risveglio dei rendimenti i corsi dei c.d. bond lunghi sono letteralmente implosi.
Alcuni esempi? I due bond sovrani dell’Austria a 100 a ottobre scorso hanno toccato il low di 34,34 centesimi (scadenza 2120, cedola 0,85%) e 60 centesimi (scadenza 2117, cedola 2,10%). Stesse sorti per il bond sovrano belga in scadenza nel giugno 2071 e cedola a 0,65% (low a 32,36 centesimi a ottobre 2023). Idem per l’OAT francese con cedola annua a 0,50% e scadenza al 25 maggio 2072. Sei mesi fa questa obbligazione ha toccato il fondo (di periodo) a 29,40 centesimi, per cui con 294 € (più commissioni) allora si sottoscrivevano 1.000 € di nominale.
Ovviamente le cose non sono andate diversamente in Italia. Al riguardo, quanto rende oggi il BTP a 50 anni e quanto ha guadagnato il titolo negli ultimi 6 mesi di discesa dei rendimenti?
Nella primavera del 2021 il Dipartimento del Tesoro ha lanciato sul mercato un bond di durata a 50 anni. Il BTP con ISIN IT0005441883 scadrà infatti l 1° marzo 2072, la cui durata residua (si fa per dire) è tra 47,88 anni circa. In rapporto all’intera sua esistenza si tratta infatti di un titolo giovanissimo, “appena nato” potremmo dire.
L’obbligazione paga una cedola annua lorda del 2,15%, l’1,881% netto. Le date di stacco cedola semestrale (1,075% lordo) sono il 1° marzo e il 1° settembre di ogni anno, fino a naturale scadenza. Tuttavia, grazie all’attuale quotazione sotto cento (62,00 centesimi) il rendimento netto effettivo a scadenza si aggira sul 3,505%.
Si sa che prezzi e rendimenti hanno dinamiche inverse, per cui quando i primi scendono i secondi salgono e viceversa. Ora, dopo i rispettivi picchi di ottobre c’è che i trend si sono invertiti, ossia i prezzi mediamente risaliti e i ritorni sgonfiati. Tradotto, chi negli ultimi mesi ha puntato sull’apprezzamento dei corsi dovrebbe aver conseguito un potenziale capital gain. Diventa effettivo solo all’atto della vendita e a patto che il prezzo di scarico sia maggiore di quello d’acquisto.
A grandi linee, ecco alcune performance storiche del BTP marzo 2072:
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