Hai fatto il conto che ad agosto, con la tua busta paga arriveranno i rimborsi del 730? In alcuni casi l’attesa è vana. Perché pare che tra vecchi provvedimenti dell’Agenzia delle Entrate e ritocchi normativi provenienti dalla riforma fiscale e della riscossione, c’è il rischio di un inasprimento del meccanismo di compensazione.
Parliamo di contribuenti che presto andranno a credito nei confronti di Agenzia delle Entrate ma che nel frattempo hanno cartelle esattoriali con l’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Esiste un meccanismo di compensazione che parte da una vecchia normativa degli anni 70. In effetti l’articolo numero 28/ter del DPR numero 602 del 1973 prevede il meccanismo di compensazione tra crediti di imposta e cartelle esattoriali. E questo meccanismo funziona esattamente in questo modo. L’Agenzia delle Entrate quando riceve un 730, controlla che il contribuente a cui deve erogare il rimborso dal 730, non abbia cartelle a suo carico. L’elenco dei contribuenti che vanno a rimborso viene passato ad Agenzia delle Entrate Riscossione per la verifica di eventuali importi a ruolo per lo stesso contribuente.
Se esistono cartelle a suo carico, l’Agenzia delle Entrate Riscossione lo segnala al contribuente stesso, proponendo di compensare le cartelle con il rimborso spettante. Se entro 60 giorni dalla proposta il contribuente accetta, ecco che le cartelle ed il rimborso si azzerano (sempre che le cifre coincidono naturalmente). Se il contribuente risponde negativamente o non risponde entro 60 giorni, le cartelle restano a carico dello stesso e continuano ad andare avanti. Non solo, possono aggravarsi di interessi e finire con le procedure forzate che tutti conosciamo. Parliamo di pignoramenti e fermi amministrativi. Il rimborso del 730 invece dovrebbe essere erogato al contribuente.
Proprio sul rimborso ecco una potenziale novità che di fatto assomiglia ad una sorta di pignoramento del rimborso stesso. Perché pare che si stia preparando l’idea di concedere all’Agenzia delle Entrate Riscossione il potere di tenere a disposizione l’importo del rimborso fino al 31 dicembre dell’anno successivo; quello della proposta di compensazione.
Di fatto il contribuente resterebbe senza rimborso per mesi e mesi. Le procedure di riscossione delle cartelle resterebbero comunque attive decorsi i 60 giorni prima citati. Quindi, che siano derivanti da opere di ristrutturazione, piuttosto che da spese mediche e sanitarie, spese funebri e così via dicendo, c’è il concreto rischio di un niente rimborso con il 730. La causa è questo inasprimento totale delle procedure di compensazione per chi ha pendenze con le cartelle di pagamento.
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