Molte indagini recenti stanno appurando come da un lato sia aumentato il saldo delle attività finanziarie degli italiani, dall’altro come ne sia mutata la composizione. In questa sede, in particolare, ci soffermeremo su alcuni dati del V Rapporto Assogestioni-Censis (“Perché gli italiani investono come investono”).
Nello specifico ci soffermeremo sulle dinamiche temporali 2013-’23 relative alla composizione del portafoglio dei connazionali. Entriamo nel vivo, quindi, ecco com’è cambiato il portafoglio delle attività finanziarie degli italiani negli ultimi 10 anni.
Le ragioni che portano a risparmiare sono tante, ma riassumibili in tre famiglie di motivazioni. Ossia tutelarsi contro le incertezze del futuro, costituire un dato capitale a scadenza per se stessi o i propri cari, o per farli fruttare e quindi procurarsi una rendita. Dai dati Censis emerge che la propensione al risparmio degli italiani nel 2023 si è attestata all’8%, in linea con l’era pre pandemica. I picchi si sono avuti proprio nel 2020-’21 (rispettivamente: 15,6% e 13,8%), quando il lockdown ha tarpato le ali ai consumi.
Altre info si ricavano dall’analisi della distribuzione dei risparmiatori rispetto alla parte di reddito che risparmiano. Il 39,3% dei connazionali risparmia fino al 5% del reddito annuo, il 33,2% tra il 6 e il 15%, il 17,2% il 15-20% e il 10,3% oltre il 20%. Più in generale, dal V Rapporto Censis risulta che il 77% degli italiani riesce a risparmiare, con quote diverse in base al reddito. Ossia risparmia il 90,8% dei redditi alti, l’89% di quelli medio-alti e il 77,8% dei medio-bassi, il 60,4% dei redditi bassi.
Il contante resta ancora in cima alle preferenze degli italiani in tema di asset allocation, ma non con lo stesso appeal del passato. L’alta inflazione da un lato e il ritorno imperioso dei rendimenti hanno dirottato le preferenze sugli strumenti di investimento del reddito fisso.
Ma cosa dicono i dati? In termini reali, nel periodo 2013-2023 l’andamento della liquidità (ossia biglietti, monete e depositi a vista) è cresciuta del 37,7%. Tuttavia, la contrazione reale del contante in portafoglio nel biennio 2022-’23 è stata del –11,1%. In termini nominali si tratta di una contrazione di 73 mld di €, a fronte di un incremento di 517 mld di € avutisi nel decennio in esame.
Andando oltre, dal Rapporto si evince che il totale delle attività finanziarie dei connazionali è cresciuto dell’11% nel decennio 2013-‘23%, con un’erosione del –2,5% nel 2022-’23. Quanto alla composizione, balza il gran ritorno (tra le scelte di investimento) dei bond sovrani nazionali, con un +15,6% nel periodo 2013-’23. Se si restringe l’analisi al solo biennio 2022-’23, la crescita è stata del +81%, +112 mld di € nel 2022-’23. Passando alla componente azioni e partecipazioni, la crescita reale nei portafogli degli italiani nel decennio è stata del 42%, ma in contrazione (reale) del 2,1% nel biennio 2022-’23. Ancora, le quote di fondi comuni registrano invece un +35,9% in termini reali nel 2014-’23, e un –3,5% nel 2022-’23.
Nel 2024, il trattamento di pensione minima in Italia è fissato a 598,61 euro. Tuttavia,…
Secondo la nutrizionista, non tutti gli alimenti sono adatti a essere conservati in freezer a…
Il dibattito sulla frequenza ideale di lavaggio dei capelli sembra finalmente trovare una risposta chiara…
La truffa legata al Superbonus ha messo in luce una problematica molto seria relativa alla…
Agosto si preannuncia un mese di novità per i pensionati italiani, con alcuni che vedranno…
Il Governo Meloni ha recentemente annunciato un'importante novità nel panorama delle politiche sociali italiane, estendendo…