Se vuoi liberarti delle cartelle esattoriali per sempre adesso potrai farlo. Non devi nemmeno aspettare la prescrizione: come sarà possibile.
Uno degli incubi del popolo italiano sono sicuramente le cartelle esattoriali. In pochi però sanno che è possibile annullarle senza che intervenga la prescrizione. Non stiamo parlando di una novità fiscale, ma di una norma che è in vigore da oltre un decennio e di cui si è parlato davvero molto poco. Proprio per questo motivo la maggior parte dei contribuenti non conosce questo escamotage. Eppure oggi presenteremo una misura che permette al cittadino di tutelarsi di fronte a richieste di pagamento illegittime.
La norma fa forza sul silenzio-assenso e venne introdotta con il decreto legge 228 del 24 dicembre 2012. In quel periodo, infatti, impazzò il fenomeno delle cartelle pazze. La norma aveva come obiettivo quello di dare una tutela in più al contribuente disposto a sospendere in maniera tempestiva gli effetti di quelle che erano le cartelle esattoriali illegittime. Successivamente, sono arrivate delle modifiche grazie al dl 159 del 2015. Adesso quindi è possibile dire addio prima della prescrizione e farlo è molto semplice.
Le cartelle esattoriali rappresentano un impegno per tantissimi cittadini. Nonostante questo in pochi conoscono una normativa che può portare al loro annullamento, garantendo una maggiore tutela a tutti i contribuenti. Stiamo parlando della regola del silenzio-assenso. Come abbiamo anticipato, questo meccanismo venne introdotto nel 2012 e prevede la sospensione automatica delle iniziative di riscossione da parte dell’ente creditore nel caso in cui il debitore presenti un’istanza di sospensione.
Per farlo bisognerà specificare le relative motivazioni ed allegare la documentazione a supporto. In passato questa normativa garantiva la sospensione immediata della riscossione al solo invio dell’istanza. Dopo le modifiche del 2015, la sospensione non avviene più automaticamente, ma permane la possibilità di annullare le cartelle esattoriali qualora l’ente creditore non risponda entro un determinato periodo di tempo. La procedura prevede che, una volta presentata l’istanza entro 60 giorni dalla notifica dell’atto, l’agente di riscossione debba trasmetterla all’ente creditore entro 10 giorni.
Quest’ultimo, a sua volta, entro 220 giorni dalla ricezione della dichiarazione, deve fornire una risposta confermando o meno la validità della documentazione presentata dal debitore. Se l’ente creditore non rispetta questa tempistica, i debiti coinvolti nell’istanza vengono automaticamente annullati e viene disconosciuta la validità delle cartelle esattoriali. La normativa in questione, quindi, rappresenta una tutela importante per i contribuenti.
Allo stesso tempo, verrà garantito che l’ente creditore rispetti i tempi e fornisca risposte tempestive alle richieste dei cittadini. È fondamentale comprendere che l’annullamento delle cartelle non dipende dalla validità o meno delle motivazioni fornite dal contribuente, ma dalla mancata risposta dell’ente creditore entro i termini stabiliti. Questa normativa offre una maggiore trasparenza e tutela ai contribuenti, assicurando che i debiti siano gestiti in modo equo e rispettando i diritti dei cittadini.
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