Fai molta attenzione ai contributi versati, visto che con questi rischi di non andare in pensione. Adesso non sono più validi: quali sono.
Più ci avviciniamo alla pensione, più scopriamo che non tutti i contributi sono uguali. Infatti a seconda della opzione che si vuole utilizzare per andare in pensione, alcuni di questi non vengono considerate o comunque lo sono ma solamente rispettando alcuni limiti. Ad oggi è possibile suddividere i contributi previdenziali in diverse categorie.
La contribuzione effettiva abbraccia i contributi obbligatori, versati regolarmente durante il rapporto di lavoro, quelli volontari, sostenuti dal lavoratore nei periodi di inattività o riduzione dell’attività lavorativa, e quelli di riscatto, che il lavoratore può versare per periodi non lavorati ma che possono comunque contribuire alla maturazione dei requisiti pensionistici, come nel caso degli anni di studio universitario che conducono al conseguimento della laurea.
Dall’altra parte troviamo la contribuzione figurativa, gestita dall’INPS. In alcuni casi viene attribuita automaticamente, mentre in altri è necessaria una richiesta specifica da parte dell’interessato. Copre periodi in cui l’attività lavorativa non viene svolta, come quelli coperti da indennità di malattia o disoccupazione.
I contributi figurativi rappresentano un elemento cruciale nel sistema pensionistico italiano. Questi offrono una copertura assicurativa a periodi in cui i lavoratori non possono svolgere la normale attività lavorativa. Questi periodi, definiti meritevoli di tutela, sono riconosciuti dalla legge e contribuiscono alla maturazione del diritto alla pensione e al calcolo dell’importo della stessa.
La contribuzione figurativa viene riconosciuta d’ufficio per diverse situazioni, tra cui la cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, contratti di solidarietà difensivi, integrazioni salariali, Naspi, Dis-Coll, indennità di mobilità, disoccupazione speciale, assegni di solidarietà, e altre. Alcuni casi richiedono invece la presentazione di una domanda, come il servizio militare o civile, il congedo di maternità e paternità, il congedo parentale, e altri ancora.
Nella pensione di vecchiaia, che si raggiunge a 67 anni con 20 anni di contributi, i contributi figurativi non sono limitati. Tuttavia, per la pensione di vecchiaia contributiva è necessario escludere i contributi figurativi dal computo dei requisiti. Anche per la pensione anticipata esistono limitazioni. Per la pensione anticipata standard è richiesto un certo numero di anni di contributi, escludendo quelli figurativi derivanti da disoccupazione e malattia. Lo stesso vale per la Quota 103 e la pensione anticipata contributiva.
Quindi, i contributi figurativi possono avere un impatto significativo sulle pensioni, ma è importante essere consapevoli delle loro limitazioni e regole specifiche in base al tipo di pensione e ai requisiti richiesti.
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