Gerry Scotti è conosciuto, soprattutto, per essere un noto conduttore, ma dal suo passato spunta qualcosa che nessuno di noi si poteva aspettare.
Un percorso incredibile che l’ha lanciato in un mondo totalmente diverso.
Andiamo a scoprire dove.
I primi passi: l’infanzia e la giovinezza tra studi e passioni
Virginio Scotti, meglio conosciuto come Gerry, nacque il 7 agosto 1956 a Camporinaldo, un piccolo paese della provincia di Pavia. La sua famiglia si trasferì poi a Milano dove lui frequentò il liceo classico per poi iscriversi alla facoltà di giurisprudenza. Nonostante fosse vicino al completamento degli studi universitari, decise di abbandonarli per seguire la sua vera passione: l’intrattenimento.
Negli anni ’80, mentre lavorava come pubblicitario, Gerry iniziò a fare radio presso Radio Milano International (oggi R101). La sua carriera prese una svolta decisiva quando Claudio Cecchetto lo invitò a diventare la voce principale della neonata Radio Deejay. Questa scelta si rivelò vincente e segnò l’inizio del suo successo nel mondo dell’intrattenimento.
Gli anni ’80 e il contesto sociale italiano
Il periodo in cui Gerry Scotti fece il suo ingresso nel mondo dello spettacolo fu caratterizzato da un forte desiderio di leggerezza da parte dei giovani italiani. Dopo gli anni difficili segnati dalle tensione sociali e dal terrorismo degli anni ’70, gli anni ’80 rappresentarono un momento di distensione culturale ed espressiva. In questo contesto si inserisce la figura emergente di Gerry Scotti che divenne rapidamente un idolo tra i giovani.
La popolarità acquisita portò Gerry ad attirare l’attenzione del Partito Socialista Italiano (PSI), guidato all’epoca da Bettino Craxi. Su suggerimento dell’amico Silvio Berlusconi, Craxi decise di includere volti noti dello spettacolo nelle liste del partito per le elezioni del 1987 al fine di attrarre i votanti più giovani e disinteressati alla politica tradizionale.
Gerry Scotti è stato presentato come candidato dalla Federazione Giovanile Socialista durante una serata in discoteca organizzata dal figlio di Bettino Craxi, Bobo Craxi. Il programma proposto da Scotti si concentrava su tematiche quali i diritti civili, la riduzione della leva militare e il sostegno ai giovani talent musicalii italiani. Grazie al suo impegno ottenne 9.286 preferenze che gli permisero d’essere eletto deputato.
Nonostante le buone intenzioni iniziali dimostrate anche dalla prefazione scritta per il libro sulle discoteche italiane curato dall’allora vicepresidente Gianni De Michelis – documento che rifletteva lo spirito giovanile che voleva portare in Parlamento – le sue proposte non trovarono grande riscontro tra i colleghi parlamentari; ciò contribuì ad aumentare progressivamente il suo disinteresse verso l’impegno parlamentare fino al ritorno definitivo nell’ambiente televisivo dopo la fine del mandato nel 1992.
La carriera politica di Gerry Scotti può essere vista sia come simbolo delle speranze riposte nei cambiamenti generazionali sia come testimonianza delle difficoltà incontrate dai personaggi dello spettacolo nell’affrontare concretamente le dinamiche complesse della vita politica italiana.