Il Governo ha annunciato un importante aggiornamento riguardante l’Assegno di Inclusione (ADI), una misura destinata a sostenere i cittadini più bisognosi.
Ottime notizie emergono per chi si trova in condizioni di vulnerabilità economica e sociale in Italia.
Secondo le ultime informazioni rilasciate dal Ministero del Lavoro, si prevede un ampliamento del numero dei beneficiari di questa prestazione, grazie alla revisione dei requisiti necessari per accedervi.
La decisione di rivedere i criteri per l’accesso all’ADI nasce da un’esigenza chiara: aumentare il sostegno alle fasce della popolazione che vivono in condizioni di povertà o esclusione sociale. Fino ad ora, l’assegno era riservato principalmente a persone con più di 60 anni o meno di 18, familiari con invalidità, persone con una invalidità certificata oltre il 67%, e soggetti affetti da patologie legate a dipendenze che necessitano cure assistenziali.
Tuttavia, questa limitazione ha lasciato fuori molti individui che si trovano in situazioni difficili ma non rientrano nelle categorie previste.
La relazione del Comitato scientifico incaricato della valutazione delle politiche sociali ha messo in evidenza come il Reddito di Cittadinanza abbia avuto un impatto significativo nel contrastare la povertà rispetto alle nuove forme di sussidio introdotte successivamente.
Infatti, le persone che oggi beneficiano dell’ADI sono molto meno rispetto ai beneficiari del reddito precedente: circa 2,4 milioni contro numeri decisamente superiori.
Parallelamente all’ADI è stato introdotto il Supporto alla Formazione e Lavoro, pensato per coloro che non rientrano nelle categorie ammesse all’assegno d’inclusione e hanno tra i 18 e i 59 anni.
Nonostante le buone intenzioni, questo strumento sembra non essere sufficientemente efficace nel ridurre la soglia di povertà tra queste fasce d’età.
Una delle critiche mosse al sistema attuale riguarda la soglia ISEE fissata a 6.000 euro come parametro reddituale per accedere ai sussidi.
Tale cifra è considerata inadeguata dal Comitato scientifico per garantire un effettivo miglioramento delle condizioni economiche dei beneficiari. Di conseguenza, si sta lavorando per modificare questo criterio al fine di estendere l’accessibilità all’ADI a un numero maggiore di persone.
L’impegno del Governo mira quindi a rendere l’Assegno d’Inclusione uno strumento più efficace ed equilibrato nella distribuzione delle risorse disponibili.
Con importi variabili fino ad un massimo previsto attualmente intorno ai 500 euro mensili per l’ADI (rispetto ai 350 euro del SupportoSostegnofFormazioneeLavoroo), si spera in una significativa riduzione della povertà tra le fasce più vulnerabili della popolazione italiana.
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