Andare in pensione prima del tempo previsto è un sogno per molti, ma spesso si traduce in una riduzione dell’assegno mensile.
Tuttavia, il 2024 segna l’introduzione di una misura che permette di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro a soli 64 anni, con la prospettiva di ricevere un assegno mensile considerevole.
Questa opportunità è rivolta a una categoria specifica di lavoratori: i cosiddetti “contributivi puri”.
I contributivi puri sono quegli individui che hanno iniziato a versare contributi previdenziali dal 1996 in poi, anno in cui il sistema pensionistico italiano ha subito un importante cambiamento passando dal calcolo retributivo al calcolo contributivo.
Questo gruppo di lavoratori ha la particolarità di pesare meno sulle casse dell’Inps rispetto ai colleghi inseriti nel vecchio sistema retributivo, poiché l’importo della loro pensione è determinato esclusivamente dalla quantità dei contributi versati.
Per poter accedere alla pensione anticipata a 64 anni con soli 20 anni di contributi, è necessario soddisfare determinate condizioni legate all’importo dell’assegno previdenziale. La soglia minima varia a seconda del genere e della situazione familiare del richiedente. Nel dettaglio, per il 2024 le soglie sono stabilite come segue: tre volte l’importo dell’assegno sociale per gli uomini e le donne senza figli; due volte e otto decimi dello stesso importo per le donne con un figlio; due volte e sei decimi per quelle con due o più figli.
La misura introdotta offre assegni mensili interessanti per chi riesce ad accedere alla pensione anticipata. Per esempio, considerando che nel 2024 l’assegno sociale ammonta a 534,41 euro al mese, un uomo o una donna senza figli avranno diritto a circa 1600 euro mensili. Per le donne con un figlio la cifra scende leggermente a circa 1496 euro al mese; mentre quelle con due o più figli possono aspettarsi circa 1390 euro ogni mese.
Questa nuova possibilità rappresenta una svolta significativa nel panorama previdenziale italiano, offrendo ai lavoratori “contributivi puri” la chance non solo di ritirarsi dal lavoro tre anni prima rispetto all’età prevista dalla riforma Fornero ma anche di godere di un assegno mensile dignitoso.
Restano da valutare gli effetti complessivi sulla sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale italiano e sulle finanze pubbliche ma ciò non toglie che questa misura possa rappresentare una vera e propria boccata d’ossigeno per molti lavoratori desiderosi di anticipare il proprio ritiro dall’attività lavorativa senza subire penalizzazioni economiche troppo onerose.
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