Il tema del pignoramento degli assegni sociali erogati dall’INPS è una questione che suscita interesse e preoccupazione.
La possibilità che l’assegno sociale possa essere soggetto a pignoramento per saldare debiti in sospeso è una realtà che tocca da vicino sia i creditori sia i debitori.
Questo articolo mira a fare chiarezza su tale argomento, esplorando le normative vigenti e le condizioni sotto cui può avvenire il pignoramento.
La natura dell’assegno sociale INPS
L’assegno sociale rappresenta una forma di sostegno economico destinata a cittadini che si trovano in condizioni di necessità, con requisiti economici e residenziali ben definiti. Con un importo mensile di 534,41 euro e un tetto massimo di reddito annuo pari a 6.947,33 euro per poterne beneficiare, l’assegno ha lo scopo di garantire un minimo livello di sussistenza.
Nel 2022 sono stati introdotti specifici limiti all’impignorabilità delle pensioni al fine di proteggere i trattamenti economicamente più bassi. Queste misure garantiscono che determinate somme non possano essere oggetto di pignoramento, al fine di preservare la capacità del debitore di far fronte alle proprie necessità primarie. Il processo stesso prevede diverse fasi e modalità attraverso cui il creditore può agire per ottenere il soddisfacimento del proprio credito.
Il creditore ha la possibilità di richiedere il pignoramento direttamente alla fonte, ovvero facendo leva sui pagamenti periodici effettuati dall’INPS al debitore, oppure intervenendo sul conto corrente dove tali somme vengono accreditate mensilmente. Tale scelta è spesso dettata dalla regolarità e dalla certezza dei pagamenti pensionistici o degli assegni sociali erogati dall’INPS. È fondamentale sottolineare come il debitore sia informato dell’avvio della procedura esecutiva senza ricevere un preavviso tale da permettergli la dispersione dei fondi.
La legge stabilisce chiaramente dei limitazioni entro cui l’assegno sociale non può essere soggetto a pignoramento: né per debiti contratti con privati (come bollette arretrate o affitti non pagati) né per quelli nei confronti dello Stato (sanzioni amministrative o imposte).
Pur essendo teoricamente possibile il pignoramento dell’assegno INPS in determinate circostanze, esistono normative precise volte a tutelare i livelli minimi di sussistenza dei beneficiari. Questa salvaguardia assicura che solo la parte eccedente tale soglia possa essere considerata aggredibile dai creditori nel processo esecutivo.
