L’assemblea condominiale ha deliberato lavori di ristrutturazione e vi trovate in difficoltà economica?
Esistono delle vie per evitare il pagamento, ma prima è necessario comprendere il contesto normativo.
Il diritto alla casa è tutelato dal nostro ordinamento, ma con dei limiti. La legge infatti impone il principio di autoresponsabilità: chi possiede un bene deve essere in grado di mantenerlo.
Il diritto di proprietà, come definito dall’art. 832 del codice civile, consente al proprietario di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, rispettando però gli obblighi legali. Questo significa che la proprietà non è assoluta e si scontra con i limiti imposti dalla legge.
Una delle prime soluzioni per evitare il pagamento dei lavori condominiali riguarda l’impugnazione della delibera assembleare.
Se avete votato contro o vi siete astenuti (oppure non eravate presenti) potete impugnare la decisione entro 30 giorni dalla votazione o dalla ricezione del verbale. Il giudice valuterà l’eventuale abuso della maggioranza nei confronti della minoranza senza entrare nel merito della congruità delle spese.
Un’altra possibilità si presenta quando vengono approvate innovazioni gravose o voluttuarie che possono essere godute separatamente dagli altri beni comuni indispensabili per la conservazione dell’edificio. In questo caso, chi ha votato contro o si è astenuto può scegliere di non contribuire finanziariamente a tali lavori, rinunciando però al loro utilizzo.
Infine, un ulteriore scenario prevede l’impugnazione dell’assemblea qualora questa sia stata viziata da irregolarità: mancata costituzione di un fondo per le quote millesimali; errori nella ripartizione delle spese; mancata convocazione di tutti i partecipanti; omissione nella comunicazione degli ordini del giorno relativi ai lavori; vizi formali o procedurali. Anche in questo caso c’è un termine ultimo di 30 giorni dopo il quale ogni vizio viene sanato e diventa obbligatorio pagare.
Se nessuna delle condizioni sopra menzionate si applica e persiste l’obbligo di pagamento senza che questo avvenga, il condominio può richiedere al giudice un decreto ingiuntivo che porterebbe al pignoramento dell’immobile. Questa azione legale può essere intrapresa indipendentemente dalla presenza nell’abitazione di minori, anziani o persone con disabilità.
In conclusione, sebbene esistano dei meccanismo di tutela per i proprietari che si trovano in difficoltà economiche davanti alle decisioni del condominio riguardanti lavori di ristrutturazione e innovazioni gravose, o nel caso di condizioni d’iniquità nelle deliberazioni assembleari, l’impegno nel mantenimento della propria abitazione rimane una responsabilità non sostituibile che va ponderata con attenzione.
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